Nel corso di una cerimonia tenutasi a margine della settantottesima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Marocco, rappresentato dall’Ambasciatore Rappresentante Permanente presso l’ONU, Omar Hilale, ha firmato la Convenzione dell’ONU sul diritto del mare, relativa alla conservazione e all’uso sostenibile della biodiversità marina nelle aree non coperte dalla giurisdizione nazionale (BBNJ). Il Marocco diventa così il 75° paese ad aver firmato questo strumento giuridicamente vincolante, dopo 18 anni di negoziati multilaterali. La convenzione entrerà in vigore quando sarà ratificata da 60 paesi. Il Marocco ha occupato una posizione di leadership in tutto questo processo negoziale. Ha rappresentato il gruppo africano e ha contribuito in modo sostanziale al consenso internazionale che ha portato all’adozione di questa convenzione.
Un trattato storico
Questo storico trattato universale costituisce una svolta decisiva nel diritto internazionale del mare e raccomanda strumenti di gestione innovativi e ambiziosi per la conservazione e l’uso sostenibile, razionale ed equo della biodiversità marina, come gli studi di impatto ambientale e delle aree marine protette. Il trattato, si ricorderà, riguarda la protezione delle aree oceaniche situate al di fuori della sovranità e delle zone economiche esclusive degli Stati costieri. Permette quindi di agire in aree marine situate in alto mare, in acque internazionali e che non ricadono sotto la giurisdizione nazionale.
Inquinamento e cambiamenti climatici
L’alto mare rappresenta oltre il 60% della superficie dell’Oceano e quasi la metà della superficie del globo. Questa vasta area non godeva di una tutela specifica prima dell’adozione di questo quadro giuridico globale, che la sottoponeva a una pressione crescente a causa delle attività umane, dell’inquinamento, dello sfruttamento eccessivo delle risorse, dei cambiamenti climatici e della diminuzione della biodiversità. L’interesse di questo trattato è tanto più vitale in quanto l’alto mare ospita risorse genetiche marine e una biodiversità molto ricca, finora poco conosciuta dagli scienziati, e di inestimabile valore sul piano ecologico, economico e sociale, culturale, scientifico e sicurezza del cibo.