Tassi in alto, stretta sui crediti, le tante congiunture negative ad iniziare dalle variazioni climatiche. L’assedio alle piccole imprese non finisce più, a soffrirne in modo particolare sono quelle agricole più esposte ai cambiamenti climatici, all’import di prodotti a basso costo e alla diffusione di quelli taroccati. Per Confagricoltura il nuovo aumento deciso dalla Bce risulterà un ulteriore danno.
“Una pausa sarebbe stata preferibile”, osserva Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura, “nella fase di rallentamento della crescita dei Pil nella zona dell’euro, che è stata evidenziata nei giorni scorsi dalla Commissione europea”.
Ostacoli all’economia reale
Per Confagricoltura c’è il rischio concreto che l’intero settore subisca un impatto negativo sugli investimenti.
“La gestione della politica monetaria”, sostiene Giansanti, “non dovrebbe costituire un ostacolo per l’economia reale e per l’attività delle imprese. Il rialzo dei tassi avrà un impatto negativo sulla domanda e sugli investimenti. Anche i prodotti destinati all’alimentazione sono in calo”.
Meno crediti e meno investimenti
La stretta sui prestiti rischia di diventare un ostacolo insormontabile per molte piccole realtà imprenditoriali.
“Preoccupa, in particolare”, sottolinea il presidente Giansanti, “l’intensità della riduzione in atto del credito bancario alle imprese che sono impegnate, tra l’altro, nelle transizioni energetica e ambientale secondo gli obiettivi fissati dalla Ue. Anche la messa in opera del Piano nazionale di ripresa può risentire della stretta creditizia, riducendo così il previsto apporto degli investimenti al ciclo economico”.
Puntare sulla crescita
“L’aumento dei tassi d’interesse”, conclude il presidente di Confagricoltura, “pesa anche sui conti pubblici, mentre la crescita economica apporta un solido contributo anche alla stabilità finanziaria”.