“Preservare le vite umane” è la cosa più importante, ma poi bisogna occuparsi anche del patrimonio storico e monumentale. E’ quanto si sta cercando di fare in Marocco dopo il terremoto che ha causato migliaia di vittime.
Eric Falt, direttore regionale dell’Unesco per il Maghreb è già all’opera per una ricognizione accurata dei danni e per la ricostruzione delle scuole e dei beni culturali distrutti o danneggiati.
Danni più gravi del previsto
Uno di questi patrimoni è la Medina medievale di Marrakech, inserita nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2009. “Possiamo già dire che i danni sono molto più gravi del previsto”, ha dichiarato Faltdopo una visita di valutazione. La Medina è stata fondata nel 1070-1072 dalla dinastia berbera musulmana degli Almoravidi. La moschea Koutoubia, la Kasbah (un complesso fortificato che comprende ancheil palazzo reale) oltre a bastioni, porte monumentali e giardini sono tutti notevolmente danneggiati. Tra i gioielli architettonici di cui prendersi cura vi sono ilPalazzo Bandiqa, la Medersa Ben Youssef (una scuola costruita nel XIV secolo), le tombe saadiane, diverse grandi residenze e la piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech, dove molte persone hanno cercato rifugio quando venerdì 8 settembre il terremoto ha scosso la città. Secondo Falt, l’iconico minareto della moschea Koutoubia presenta profonde crepe, mentre il minareto della moschea Kharbouch in piazza Jemaa el-Fna è quasi completamente distrutto e molti tratti delle mura storiche della città sono crollate. L’area più colpita è probabilmente l’ex quartiere ebraico, il Mellah. Eric Falt ha dichiarato a “The Art Newspaper” che la Moschea di Tinmel, sulle montagne dell’Alto Atlante nella provincia di Al Haouz, epicentro del terremoto, sarebbe stata quasi completamente distrutta. Nella ricognizione risulta che anche lo Ksar di Ait Ben Haddou, città fortificata, e già patrimonio Unesco, sull’antica via carovaniera tra il Sahara e Marrakech, dove nel 1962 sono state girate le scene del film «Lawrence d’Arabia », è stato fortemente danneggiato.
Progetti di ricostruzione
La 1-54 Contemporary African Art Fair sta organizzando un progetto di raccolta fondi, rivolto sia agli artisti che alle istituzioni, per finanziare la ricostruzione della Medina di Marrakech, città nella quale, peraltro, dal 2018, si tiene una tappa della principale fiera del continente africano. Touria El Glaoui, direttrice e fondatrice di 1-54, ha dichiarato che la sua fiera prevede di collaborare con vari partner, tra cui il Museo di arte contemporanea africana Al Maaden, la Montresso Art Foundation e il Musée Yves Saint Laurent, per pianificare dei progetti di ricostruzione a lungo termine.
Proprio a un artista marocchino, originario di Marrakech, Amine El Gotaibi, la fiera aveva commissionato la realizzazione di un’installazione ambientale, in occasione della prossima edizione della fiera a Londra. El Gotaibi realizzerà un’opera incentrata sulla relazione tra la luce e il continente africano.