sabato, 22 Febbraio, 2025
Lavoro

Unioncamere “Imprese in cerca di 531 mila lavoratori”, il 48% non è reperibile

Il Sistema informativo Excelsior fornisce annualmente i dati di previsione sull’andamento del mercato del lavoro e sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese. I dati dell’ultimo Bollettino Excelsior (previsioni settembre 2023), elaborati da Unioncamere in collaborazione con Anpa (Associazione Nazionale Produttori Agricoli), mostrano che sono 531 mila i lavoratori ricercati dalle imprese in Italia. Le previsioni del mese di settembre si basano sulle interviste realizzate su un campione di circa 90.000 imprese. Le interviste sono state raccolte nel periodo 17 luglio – 1° agosto 2023. Secondo il Bollettino Excelsiorl, le assunzioni previste per l’intero trimestre settembre- novembre 2023 superano di poco 1,4 milioni, in aumento dell’1,9% rispetto all’analogo periodo del 2022. Nello specifico, le imprese hanno segnalato una forte difficoltà di reperimento di tecnici specializzati, che coinvolge il 48% delle assunzioni programmate con quote comprese tra il 60% e il 70% per molte figure tecnico-ingegneristiche e di operai qualificati.

Difficoltà a reperire operai e artigiani

Le imprese intervistate dichiarano difficoltà di reperimento per oltre 252mila assunzioni (48% del totale), affermando come cause prevalenti la mancanza di candidati (31,7%) e la preparazione inidonea (12%). In particolare, gli intervistati evidenziano la mancanza di operai specializzati (il 64,2% è difficile da reperire), di conduttori di impianti fissi e mobili (53,2%) e la difficoltà di trovare figure professionali tecniche (49,5%). Precisamente, secondo il rapporto di Unioncamere, le figure più difficili da reperire sono gli attrezzisti, gli operai e gli artigiani del legno (74,1%), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,6%), i meccanici artigianali (montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili 73,1%) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (72%); anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, i tecnici in campo ingegneristico, i tecnici della salute e i tecnici della distribuzione commerciale sono figure ardue da trovare. Inoltre, secondo le indagini Unioncamere a livello territoriale, evidenziano maggiori difficoltà di reperimento le imprese delle regioni del Nord Est, dove il 53,4% del personale ricercato è difficile da trovare; tale quota è notevolmente superiore a quella registrata nel Sud e nelle isole (43,5%) e nel Centro (45,9%), mentre il valore nel Nord Ovest (47,4%) si mantiene vicino alla media.

Ad assumere sono le grandi e le piccole imprese

Sono state le grandi imprese (quindi con oltre 250 dipendenti) e le piccole imprese (da 10 a 49 occupanti) a coprire completamente l’incremento complessivo rispetto al 2022 delle assunzioni programmate (rispettivamente, con +4,4mila e +4,3mila nel mese e +11mila e +12mila nel trimestre); mentre le imprese di minore dimensione (da 1 a 9 dipendenti) mostrano attualmente un calo delle assunzioni (-3mila).

53% delle proposte è a tempo determinato

La tipologia di contratto maggiormente proposta dalle imprese è quella a tempo determinato, che si conferma con 284mila unità, pari al 53,4% (51,4% nel 2022). Seguono i contratti a tempo indeterminato con 108 mila unità, pari al 20,3%, i contratti di somministrazione (57mila), altri contratti non alle dipendenze (32mila), i contratti di apprendistato (26mila), altri contratti alle dipendenze (14mila) e i contratti di collaborazione (11mila).

In crescita la manodopera straniera

Cresce il ricorso alla manodopera straniera che passa da 95.510 ingressi dello scorso anno (pari al 18,2% del totale) agli attuali 108.550 ingressi (pari al 20,4%) con oltre 13mila contratti in più. A ricorrere maggiormente al personale straniero sono le attività di supporto alle imprese (il 35,2% dei contratti programmati è riservato a manodopera straniera), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,7%), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (25,8%), i servizi di alloggio ristorazione e turistici (25,7%) ed infine le industrie alimentari (25,1%).

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