Quest’anno le concorrenti del concorso Miss Universo, in Indonesia, hanno parlato apertamente di molestie sessuali a cui, secondo loro, le avrebbero sottoposte i responsabili locali. Per questo motivo l’organizzazione di Miss Universo con sede a New York ha interrotto i rapporti con l’organizzazione indonesiana a causa di queste accuse: nello specifico trenta concorrenti sarebbero state costrette a sottoporsi a “controlli corporali”, senza preavviso o consenso, davanti alle autorità locali e organizzatori. Lola Nadya Larasati Pasaribu, che rappresentava Bali nella competizione, ha dichiarato che Il 1° agosto, due giorni prima della finale, alle finaliste era stato detto di fare, a turno, una prova di abiti in sala da ballo in un hotel nel centro di Giakarta, la capitale indonesiana, dove si teneva lo spettacolo. Quando Pasaribu è entrata nella struttura in legno, parzialmente chiusa, c’erano una mezza dozzina di persone all’interno, inclusi uomini e donne. “Una di loro mi ha chiesto di togliermi i vestiti e la biancheria intima – ha raccontato la ragazza – e ha scattato delle foto. La cosa è stata molto umiliante per la mia dignità di donna”. Le foto e i commenti di “body shaming” violano le norme sociali in Indonesia, il più grande Paese a maggioranza musulmana del mondo. Pasaribu ha detto che non poteva opporsi al controllo del corpo a causa della “pressione e dell’insistenza da parte dell’organizzazione”.