martedì, 17 Dicembre, 2024
Lavoro

Disoccupazione a Luglio +0,2%. Ma il trimestre migliore del precedente

Calo di occupati e aumento dei disoccupati e inattivi. Questo è il dato di luglio appena reso noto dall’Istat. Una discesa della forza lavoro inaspettata dopo sette mesi di crescita, l’occupazione diminuisce di 73mila unità rispetto al mese precedente. Quasi una avvisaglia delle prossime difficoltà di un autunno alle porte che mostra sempre più segni di affanno sul piano economico e del lavoro. I dati vengono analizzati anche dall’ufficio studi della Confcommercio che parla di “Calo fisiologico”, per la Confederazione infatti sarà il mese di settembre la “vera cartina al tornasole con la ripresa di attività delle aziende”.

Occupati, l’altalena dei dati

Il numero degli occupati scende a 23milioni 513mila, pur rimanendo superiore di 362mila a quello di luglio 2022, per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine. Il calo dell’occupazione (-0,3%, pari a -73mila unità), osservato per uomini e donne, dipendenti e autonomi, coinvolge solamente i 25-49enni. Il tasso di occupazione scende al 61,3% (-0,2 punti). Anche la crescita del numero di persone in cerca di lavoro (+1,9%, pari a +37mila unità) coinvolge sia uomini sia donne e si limita alle classi d’età centrali. Il tasso di disoccupazione totale sale al 7,6% (+0,2 punti1), quello giovanile scende al 22,1% (-0,2 punti). Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni sale (+0,1%, pari a +14mila unità) tra gli uomini e tra chi ha meno di 35 anni d’età. Il tasso di inattività è stabile al 33,5%.

Ma c’è il segno positivo

Confrontando il trimestre maggio-luglio 2023 con quello precedente (febbraio-aprile 2023), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,5%, per un totale di 119mila occupati. La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-3,2%, pari a -64mila unità) e degli inattivi (-0,5%, pari a -69mila unità). Il numero di occupati a luglio 2023 supera quello di luglio 2022 dell’1,6% (+362mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa; il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,1 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+1,0 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva. Rispetto a luglio 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-3,8%, pari a -76mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,9%, pari a -371mila).

Confcommercio, valutare i dati

Un invito a riflettere sui dati arriva dalla Confcommercio che vede il calo occupazione come “fisiologico” ma, osserva la confederazione “resta rischio di inversione di tendenza”. “Luci ed ombre dai dati Istat  su occupazione e inflazione”, rileva la Confederazione, “sull’andamento del mercato del lavoro nel mese di luglio, i dati, certamente non favorevoli, vanno valutati con molta attenzione e prudenza. Infatti, se alla luce delle dinamiche storiche luglio è spesso un mese in cui si registra un calo degli occupati e dopo sette mesi di crescita ininterrotta, tra novembre 2022 e giugno del 2023, gli occupati sono aumentati di 347mila unita’, un ridimensionamento potrebbe essere considerato fisiologico, ma non vanno trascurati i rischi che questo andamento possa rappresentare il primo segnale di un’inversione di tendenza. Il ridimensionamento, registrato prevalentemente tra i dipendenti a termine, potrebbe, infatti, riflettere le attese delle imprese, anche dei servizi, di un prolungato rallentamento dell’attività”.

A settembre la verifica

La vera cartina di tornasole sarà per la prima “inevitabilmente rappresentata, dall’andamento del mese di settembre”, sottolinea l’Ufficio Studi Confcommercio, commentando i dati Istat di oggi su occupazione e inflazione, “con il ritorno alla piena operatività di molte aziende”.

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