La lotta senza sosta a tutte le mafie è, senza dubbio, una priorità della magistratura e delle forze dell’ordine. Ma quando a questa si aggiunge anche l’attenzione alle fasce deboli della popolazione non si può elogiare il lavoro che quotidianamente svolto gli uomini e le donne che indossano una divisa.
È il caso dei finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Palermo. Il loro è una lavoro duro e difficile. Che non sempre ottiene la giusta visibilità, anche perché, a differenza di altri corpi dello Stato la cui presenza sul territorio è più visibile, gli 007 delle Fiamme Gialle sono costretti a trascorrere intere giornate ad incrociare dati, verificare passaggi di denaro, seguire tracce di movimentazioni da parte all’altra del globo, ecc.
Insomma l’azione di contrasto alla criminalità economico – finanziaria è meno percepibile rispetto ad altre iniziative, pur avendo ricadute economiche e sociali elevatissime. Basta pensare alla mole di interessi che si muove intorno al mondo della contraffazione: dall’agro-alimentare alle griffe. Con una incidenza notevole in termini di perdita di posti di lavoro e mancato gettito fiscale.
Ma è proprio da questo mondo che viene una bella lezione di umanità da parte della nostra Guardia di Finanza e dei magistrati al tribunale di Palermo.
L’estate scorsa, nella borgata marinara di Sferracavallo, fu effettuato un controllo nei confronti di un uomo intento a scaricare da un’autovettura varie buste al cui interno erano contenuti prodotti palesemente contraffatti. Si trattava di circa 230 paia di scarpe di una nota azienda di moda. Il materiale, ovviamente, venne sottoposto a sequestro. Al termine delle indagini e dell’iter processuale, il Tribunale del capoluogo ha emesso un decreto di confisca ed ha disposto la devoluzione dei beni in favore di enti caritatevoli del territorio. E così i prodotti sottratti al mercato illegale sono andati ai bisognosi assistenti dalla Croce Rossa Italiana, i cui vertici hanno accettato di buon grado la donazione, diffondendo, nel contempo, parole di apprezzamento per l’operato dell’Autorità Giudiziaria e delle Fiamme Gialle.
A dir il vero non è la prima volta che emerge il grande cuore dei finanzieri e dei magistrati della Sicilia, terra bella e martoriata.
Nel 2014 i componenti del Gruppo di Catania, agli ordini di un giovane ufficiale proveniente da un’altra terra di frontiera, la fascia pedemontana del Vesuvio, donarono tremila paia di scarpe ai migranti che arrivavano nel porto della cittadina etnea a bordo di quelle che all’epoca venivano chiamate le “carette del mare”.
In questo modo donne, anziani e bambini provenienti, soprattutto, dall’Africa subsahariana – una delle località più povere e aride del pianeta, ebbero la possibilità, per la prima volta nella loro vita, di indossare delle calzature.
Un piccolo gesto di accoglienza e di solidarietà, dopo giorni trascorsi in balia delle onde senza viveri e assistenza.
Non sempre è facile applicare la legge ed aiutare il prossimo. Quando entrambi gli obiettivi sono raggiunti non si può che prenderne atto ed essere orgogliosi di vivere nella patria dei diritti…