Il Pil del secondo trimestre 2023, all’interno dell’eurozona (l’insieme dei 19 Paesi che hanno adottato lʼeuro come moneta ufficiale) è cresciuto dello 0,3%. Una buona notizia quella arrivata da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, il quale specifica poi che il Prodotto interno lordo è rimasto stabile nell’Ue (il partenariato economico e politico tra 27 paesi europei) rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Facendo un confronto con lo stesso trimestre del 2022, viene fuori che il Pil è aumentato dello 0,6% nell’area dell’euro e dello 0,5 per cento nell’Ue. Tra le principali economie dell’eurozona, la Germania è rimasta senza crescita, la Francia ha registrato un +0,5%, la Spagna +0,4%. L’Italia ha registrato un -0,3%, dopo il rialzo dello 0,6% del primo trimestre. Aumenti particolarmente elevati in Irlanda (+13,1%), Danimarca (+6,3%) e Lituania (+3,2%). Cali maggiori in Svezia (-5,3%), Finlandia e Malta (entrambe -3,3%). Merita un capitolo a parte l’Olanda, dove il Pil si è contratto dello 0,3% nel secondo trimestre dopo il calo dello 0,4% nel periodo tra gennaio e marzo: dati che portano il Paese in recessione.
Produzione industriale in risalita
In merito alla produzione industriale relativa a giugno, Eurostat rileva un aumento dello 0,5% nellʼarea dellʼeuro e dello 0,4% nellʼUnione europea rispetto a maggio. Il valore è in crescita dello 0,5% anche in Italia, dopo l’aumento dellʼ1,7% segnato a maggio. Ma è un dato che non può far particolarmente sorridere il vecchio continente, perché rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2022 la produzione è diminuita dellʼ1,2% sia nellʼarea dellʼeuro che nell’Ue.
Occupazione ok
Buone notizie dal punto di vista dell’occupazione: il numero dei lavoratori è aumentato dello 0,2% in entrambe le aree nel secondo trimestre confrontandolo con i dati relativi a gennaio, febbraio e marzo. Rispetto allo stesso periodo dellʼanno scorso, lʼoccupazione è aumentata dellʼ1,5% nellʼarea dellʼeuro e dellʼ1,3% in Ue.
Il Regno Unito respira
Respira il Regno Unito dove lʼinflazione è scesa al 6,8% a luglio dal 7,9% di giugno, indicando il livello più basso dal febbraio 2022, principalmente a causa del crollo dei prezzi del carburante.