sabato, 22 Febbraio, 2025
Ambiente

Stimati 17 milioni di tonnellate di CO2 in Europa entro il 2050

Da quando è iniziato il monitoraggio della temperatura media mondiale, nel 1976, non era mai stata registrata una temperatura media globale oltre i 16,92 gradi. Lo scorso 5 luglio i centri di controllo hanno segnalato una media di 17,18 °C determinando tale giorno come il più caldo mai registrato globalmente, per la prima volta dall’inizio del monitoraggio. Secondo gli esperti del Centro nazionale statunitense ‘Global Climate and Health Alliance’, organizzazione di professionisti sanitari ed istituti che operano a livello globale con lo scopo di affrontare il cambiamento climatico per proteggere e promuovere la salute pubblica, queste temperature non sarebbero il solito allarme estivo poiché nei prossimi mesi si potrebbero registrare ulteriori record. Jeni Miller, Direttrice del Global Climate and Health Alliance, ha spiegato: “I cambiamenti climatici provocati dall’attività umana sono i principali responsabili di queste temperature anomale, che ormai anomale non sono più e a cui, anzi, dovremo abituarci. Il riscaldamento globale sta causando anche perdite di raccolto, diffusione di malattie infettive e migrazione – aggiungendo – l’estrazione e l’uso di carbone, petrolio e gas danneggia la salute delle persone, è il motore principale del riscaldamento globale ed è incompatibile con un futuro sano”.

Sopravvivere al caldo

In merito al ruolo dell’aria condizionata un interessante studio pubblicato su Scientific Reports e coordinato da Francesco Colelli, economista ambientale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha documentato come la popolazione utilizzi l’elettricità per cercare di ‘sopravvivere’ al caldo. In particolare, la ricerca è stata eseguita nei paesi più ricchi e con temperature più basse in Europa e negli stati più poveri e più caldi dell’India. Tale studio, tenendo conto delle tecnologie e delle abitudini adottate nei paesi indicati nella ricerca, ha evidenziato che entro il 2050 il consumo elettrico legato al funzionamento dei condizionatori produrrà tra i 7 e i 17 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 in Europa e tra i 38 e i 160 milioni di tonnellate in India. Inoltre, con l’aumento della temperatura stimato di 2-3 °C entro il 2050, la diffusione dell’aria condizionata potrebbe raddoppiare in Europa e quadruplicare in India, raggiungendo in entrambi i luoghi il 40% delle case private. Se da un lato poter vivere al fresco ridurrà l’esposizione alle ondate di calore del 40% della popolazione europea e del 35% di quella indiana entro il 2050, dall’altro contribuirà ad aggravare il problema del riscaldamento globale avviando un circolo vizioso e rischiando di rendere vani gli sforzi di mitigazione messi in atto.

Aumento del consumo elettrico

Francesco Colelli, Coordinatore della ricerca, ha affermato: “In Paesi come l’Italia o la Spagna, scegliere di adottare l’aria condizionata come strategia di adattamento ai cambiamenti climatici porterà inevitabilmente a un aumento del consumo elettrico – evidenziando – questo potrebbe a sua volta causare un aumento nei prezzi dell’elettricità e nell’investimento per la costruzione di nuovi centrali elettriche”. In Italia, nello studio si stima che il fabbisogno annuale di picco di elettricità incrementerà di 10 gigawatt, con un +16% rispetto ai livelli attuali, in uno scenario di cambiamento climatico grave (tecnicamente chiamato RCP8.5, crescita delle emissioni ai ritmi attuali). “L’unica soluzione per evitare di peggiorare la situazione climatica cercando di sopravvivere al caldo – conclude Colelli – è quella di utilizzare condizionatori energeticamente molto efficienti, in India attualmente questo è un grosso problema, e alimentarli con energia pulita e non proveniente da fonti fossili”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Hamas ha consegnato una palestinese al posto di Shiri Bibas. L’ira di Netanyahu: “Pagherete”

Ettore Di Bartolomeo

Accoltellamento al Memoriale dell’Olocausto di Berlino: la polizia arresta un sospettato

Anna Garofalo

Nelle nuove direttive, il Dipartimento della Salute Usa stabilisce il sesso come “immutabile”

Ettore Di Bartolomeo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.