giovedì, 14 Novembre, 2024
Salute e Lavoro

Più denunce per malattie professionali meno per gli infortuni

Una riduzione di denunce per infortuni sul lavoro del 22 per cento nel primo semestre del 2023 rispetto all’anno precedente ed un incremento di denunce della stessa percentuale di malattie professionali sempre nel medesimo periodo, sono a nostro avviso gli elementi più significativi venuti fuori dalla prima audizione di alcuni giorni fa promossa congiuntamente dalle due Commissioni di Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia di Camera e Senato, presiedute rispettivamente dalla onorevole Chiara Gribaudo e senatore Tino Magni.

Per i vertici dell’INAIL che hanno partecipato all’evento, Fabrizio D’Ascenzo, Commissario Straordinario e Andrea Tardiola, Direttore Generale dell’Istituto Assicuratore, l’obiettivo prioritario resta quello di portare avanti con maggiore incisività e rafforzamento politiche mirate di prevenzione. “Queste ultime, hanno precisato con argomentazioni assolutamente condivisibili i responsabili INAIL, funzionano, ma vanno ulteriormente incrementate per rendere il fenomeno infortunistico e tecnopatico sempre meno drammatico”.

I due organi si sono riuniti in seduta comune, sull’onda delle tante morti sul lavoro avvenute in queste settimane, anche a causa della forte ondata di caldo che ha investito il Paese.

È stato precisato dai Presidenti delle due Commissioni Gribaudo e Magni della necessità  di riunirsi congiuntamente per questa importante audizione subito dopo il loro insediamento perché le tragedie a cui si sta assistendo meritano uno scrupoloso impegno oltre ad una massima attenzione da parte della politica con il preciso intento di non rallentare in alcun modo il prezioso ed indispensabile lavoro d’inchiesta. L’audizione non è stata rinviata alla ripresa dei lavori parlamentari  perché occorre partire proprio dai dati prodotti dall’INAIL per elaborare un programma che tenga conto delle reali criticità e delle forti preoccupazioni legate al fenomeno salute e sicurezza sul lavoro.

Dalla puntuale analisi svolta dai responsabili dell’INAIL vale la pena sottolineare tre argomenti che richiameranno una sicura attenzione da parte istituzionale e sociale: invecchiamento della popolazione attiva, trasformazioni nelle forme di occupazione, trasformazioni nei rischi.

La relazione del Prof. D’Ascenzo si è concentrata sull’analisi dei dati infortunistici degli ultimi dieci anni che, al netto del periodo Covid, mostrano un calo lieve ma non per questo soddisfacente. “Colpisce in particolare constatare che le cause degli infortuni e delle morti sul lavoro siano quasi sempre le stesse nel tempo,  ha aggiunto D’Ascenzo, che ha quindi illustrato gli obiettivi futuri ai quali l’INAIL intende lavorare. “Ampliamento della tutela alle categorie oggi escluse, revisione delle categorie assicurabili che, in base al Testo Unico del 1965, sono ancora disegnate sul lavoro subordinato o parasubordinato, lasciando fuori gli autonomi, tra cui liberi professionisti come avvocati, medici, ecc. e molti altre tipologie di lavoro oggi maggiormente diffuse, sono tra gli obiettivi cui mirare. Ancora, sensibilizzazione e potenziamento del connubio tra ricerca e prevenzione e attenzione particolare al tema della cultura della sicurezza, affinché la prevenzione non sia percepita solo come adempimento burocratico. Guarderemo agli aiuti alle imprese, ha detto il commissario,  incentivando sconti alle aziende che avvieranno concretamente la prevenzione sul modello del bonus-malus adottato nel mondo delle  autovetture,  sarà avviata una interlocuzione con gli ordini professionali e potenziato il connubio ricerca e prevenzione”.

L’audizione è proseguita con la relazione del Direttore Generale dell’INAIL, Dott. Andrea Tardiola, che ha approfondito i dati infortunistici analizzando anche l’impatto dei nuovi rischi.

“Per effetto della transizione digitale stiamo assistendo ad un cambiamento del concetto di luogo di lavoro. Anche la prevenzione dovrebbe quindi essere disegnata non più solo sul luogo ove si presta l’attività lavorativa, ma sulla persona. Sempre in questo senso, nei prossimi anni assisteremo probabilmente ad una grande transizione dagli infortuni sul lavoro alle malattie professionali, che maggiormente caratterizzano le modalità di lavoro moderne. Dodici milioni di lavoratori, ha aggiunto, sono impegnati nel nostro Paese lontani dal tradizionale luogo di lavoro, e quindi sono esposti a rischi legati a postazioni di lavoro cd domestiche che possono generare tecnopatie da non sottovalutare che interessano principalmente il sistema muscolo scheletrico”.

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