Cosa accadrebbe se al cittadino venisse meno la protezione economica del Servizio sanitario nazionale? A quali costi sarebbe esposto per una visita, una operazione, una degenza ospedaliera o in una clinica privata? Sono le domande a cui risponde l’Anaao Assomed (l’Associazione dei medici e dirigenti ospedalieri) con cifre dettagliate presenti nella ricerca definita: “Conto ombra”. Scenario che mostra come ogni cura ha prezzi insormontabili per quasi la totalità dei cittadini. Se non si dispone quindi di un conto milionario non c’è più garanzia delle cure e tutela della salute.
Una fase “rischiosa”
Il documento è presentato dai vertici della Organizzazione con una premessa: “Siamo in una fase rischiosa per la tutela del diritto alla salute e le cause hanno radici antiche moltiplicatesi nel tempo”, spiega il segretario nazionale Pierino Di Silverio, che elenca i gravi problemi e i ritardi del Servizio pubblico, ad iniziare dal contratto del medici sul quale in questi giorni si è aperto un acceso confronto. Per tutte le Associazioni dei lavoratori della sanità, che partecipano alla Intersindacale medica, a determinare la caduta dei servizi, l’efficienza degli ospedali e la fuga dei medici con una carenza non solo di professioni ma di migliaia di infermieri, è il “cronico insufficiente finanziamento pubblico del servizio sanitario nazionale che ci qualifica”, osserva l’Anaao come: “il primo dei paesi poveri paragonabile a Grecia e Romania”.
Sbloccare contratto e riforme
Sindacati e Associazioni di categoria insistono come alle riforme bloccate si risponda con il progetto di legge sull’Autonomia differenziata, che a giudizio delle Organizzazioni arrecherà una ulteriore: “Eccessiva frammentazione regionale e territoriale che subordina il diritto alla salute alla residenza, causando drammatiche differenze di aspettativa di vita e degradanti viaggi della speranza”.
La sanità affronti la realtà Per medici e dirigenti della sanità si assiste da tempo impotenti alla “mancanza di riforme organiche nazionali del servizio sanitario che”, osservano, “innovando e aggiornando tengano il passo con le straordinarie novità scientifiche e tecnologiche di cui disponiamo, affrontando i cambiamenti demografici e sociali in cui siamo immersi”.
Crisi del personale e cure Il punto cruciale per il leader dell’Anaao è stato toccato con il Covid e post Covid e con tutte le conseguenze sanitarie, sociali economiche. “A questo si aggiungono la carenza di personale, l’incremento vertiginoso dei costi di tutte le attività sanitarie”, fa presente Di Silverio, “È dunque arrivato il momento di porsi delle domande che l’Anaao Assomed rimanda al Governo, alle Regioni e alle Istituzioni”. La domanda è netta: “Vogliamo ancora un sistema sanitario pubblico e universalistico finanziato dalla fiscalità generale?”, si chiede l’Associazione dei medici ospedalieri, che incalza il Governo con cui è aperta la trattativa, “Che ruolo deve avere la sanità pubblica nella scala di priorità delle politiche nazionali?
Riteniamo che il Servizio Sanitario nazionale sia un bene comune da difendere? O vogliamo optare per un sistema universalistico selettivo?”. È ancora chiede l’Organizzazione dei medici “Quanta parte della ricchezza nazionale prodotta ogni anno siamo disposti a destinare alla salute delle persone? Il confronto con l’Europa”, evidenzia Di Silverio, “è desolante”.
L’Anaao: i cittadini sappiano
Eppure per l’Anaao Assomed è solo una questione di scelte, con una puntualizzazione, “i cittadini devono sapere che le decisioni in tema di sanità di chi ci governa avrà inevitabili e pesanti ripercussioni sulle loro tasche” “Si, perché se non ci fosse più il Servizio sanitario nazionale”, scandisce il segretario dei medici, “che oggi grava sui cittadini solo per la fiscalità generale, il conto delle cure sarebbe assai salato”.
Se si paga di tasca propria
Dalle parole agli esempi, che mostrano come sia impossibile pagarsi ogni cura con le proprie tasche. Vediamo, infatti, gli esempi, – quelli più frequenti – in base a una ricerca condotta da Anaao Assomed, giugno 2023.
Ricoveri, la spesa senza Ssn
Al paziente un ricovero nel privato costa da 422 a 1.278 euro al giorno. Per un ricovero che richiede da una bassa a un’alta complessità assistenziale. La spesa a carico del paziente in caso di ricovero nel privato.
Le tariffe di riferimento 1.200 euro/ora per la sala operatoria. 600 euro/giorno per la degenza in un reparto chirurgico. 400 euro/giorno per la degenza in un reparto di medicina. 165 euro/giorno per ricovero ordinario post acuzie.
Interventi chirurgici
L’Anaao Assomed presenta alcune cifre che sono indicative, ad esempio un paziente per una operazione Colecistectomia nel privato costa: 3.300 euro per Colecistectomia laparoscopica semplice; costo che sale a 4.000 euro per Colecistectomia laparoscopica complessa, mentre la parcella del chirurgo oscilla dai 3 mila ai 10 mila euro.
Controlli ed esami specialistici
Check Up cardiologico, al paziente non coperto dal Servizio sanitario un esame in clinica costa €775. Lo stesso Check Up con mammografia, a una donna over 40 costa ben €694 contro i €345 per una donna sotto i 40. Lo stesso importo vale per un uomo under 40 contro i €395 per gli uomini al di sopra dei 40 anni. Le tariffe, prosegue l’Anaao Assomed: “sono variabili a seconda di età, sesso ed esami previsti, di solito ad esempio, Ematici + Ecg di base e da sforzo con visita specialistica finale.
Appello a partiti e cittadini
Dopo le cifre, l’Associazione dei medici interroga cittadini e forze politiche. “E allora? Vogliamo conservare il nostro servizio sanitario pubblico, o siamo disposti a pagare queste cifre per curarci?”, sottolinea l’Anaao Assomed, “Per noi la risposta è chiara. Ci auguriamo lo sia per tutti i cittadini che ci aiuteranno a difenderlo”.