lunedì, 16 Dicembre, 2024
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Censis: sempre più studenti abbandonano l’università dopo il primo anno

Dal report pubblicato dal Censis sulle migliori università italiane emerge che sempre più studenti abbandonano l’università dopo aver frequentato il primo anno. Rispetto al 2021/2022, nell’anno accademico che si sta chiudendo con la sessione estiva, risulta che il 7,3% di ragazzi ha lasciato gli studi, in parte definitivamente o solo per cambiare facoltà o città. Ma si tratta dello stesso tasso rilevato a maggio dal ministero dell’Istruzione e del Merito in relazione al precedente anno accademico (2021/2022), che già risultava superiore rispetto al peggior dato del 6,3% registrato nel 2011/2012. La nota positiva, ora, è che dopo gli anni della pandemia è tornato a crescere il numero delle immatricolazioni: +2,2%, pari a 7.152 nuovi iscritti.   A livello geografico, a beneficiare maggiormente di questa nuova tendenza sono state le università del Centro che hanno registrato un +9,3%, e quelle del Nord-Ovest con un +1,6%. Peggio è andata nel Nord-Est (-0,2%,) e nel Sud e Isole a (-2%). Ad attrarre i neoiscritti sono soprattutto le materie dell’area economica, giuridica e sociale (+4,5), seguite dall’area sanitaria e agro-veterinaria (+2,2%) e dalle discipline scientifiche (+1,1%).   Segno meno, invece, per le iscrizioni ai corsi dell’area letteraria, artistica ed educativa. Venendo alla qualità degli atenei, valutata dal Censis con punteggi in base alle strutture disponibili, i servizi offerti, le borse di studio e il livello di internazionalizzazione, nella fascia delle dieci mega università statali (più di 40mila iscritti) al primo posto per il quattordicesimo anno consecutivo si conferma la Alma Mater di Bologna. Completano il podio l’università di Padova e La Sapienza di Roma. Al quarto posto resta Pisa, seguita dalla Statale di Milano che scavalca Firenze, quindi Palermo, Torino, Bari e la Federico II di Napoli. Nella fascia delle diciotto grandi università (tra il 20mila e i 40mila studenti), sul podio si collocano Pavia, Perugia e l’Università della Calabria; seguono la Ca’ Foscari di Venezia, Parma, Salerno, Cagliari, Milano Bicocca, Modena e Roma Tor Vergata; in coda si piazzano Messina, Chieti e Catania.   Tra i sedici atenei medi (fra 10mila e 20mila iscritti) spiccano le prime tre posizioni di Trento, Udine e Siena, seguite da Sassari, Università delle Marche, Trieste, Brescia e Salento; chiudono l’Orientale di Napoli, Catanzaro e L’Aquila. A guidare la classifica dei nove piccoli atenei (fino a 10mila iscritti) sono le Università di Camerino, della Tuscia e di Macerata, seguite dalle Università di Cassino e del Sannio; in coda scivolano le Università della Basilicata e del Molise. Nella categoria degli atenei privati, sul podio svettano la Bocconi, la Luiss e l’università di Bolzano. Tra i politecnici vince Milano, seguita da Torino e Bari.

 

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