L’incendio nella Rsa di Milano è l’ennesima tragedia che colpisce gli anziani, dopo quella da COVID-19, proprio mentre già da alcuni mesi, il Parlamento ha approvato in via definitiva, esattamente il 21 marzo 2023, la legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, una riforma riguardante, appunto, la loro non autosufficienza.
Si tratta di nuove regole per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, proprio con la nascita del Sistema Nazionale Assistenza Anziani in Italia. Un vero “Patto per la terza età “ di cui anche la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), sempre grande sostenitrice di aiuto ai più deboli e ai bisognosi, ne va fiera, per la centralità riconosciuta agli anziani per le politiche a loro favore: “Bene il Governo, accogliamo con grande soddisfazione il Patto per la Terza età”; sono, in sintesi, le parole del Cardinale Matteo Zuppi nell’apertura dei lavori a Roma della Conferenza del Consiglio episcopale. È una delega al Governo per attuare le norme di bilancio 2022 e, con specifico riferimento alla categoria degli anziani non autosufficienti, diretta a realizzare uno degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Già nel gennaio scorso il Governo sigla un “Patto per la Terza età” e pone le basi della riforma complessiva delle politiche in favore degli anziani contro la loro marginalizzazione e sono davvero tantissimi gli interventi messi in cantiere dal punito di vista sanitario, sociale, assistenziale e di relazione, proprio con l’obiettivo di prendersi cura degli anziani a 360 gradi, dando risposte adeguate a tutti i loro bisogni ed esigenze.
Non più solamente grandi strutture, come le RSA, ma anche l’intento di potenziare l’assistenza domiciliare con progetti individualizzati e scongiurare cosi il “parcheggio” degli anziani nelle strutture sanitarie, affiancando agli strumenti economici già previsti per la non autosufficienza, pacchetti di interventi socio-sanitarie, nonché incentivando nuove forme di “co-housing” in aree condominiali e simili, in modo da evitare il più possibile l’allontanamento dell’anziano dal suo ambiente tradizionale, prevedendo più servizi e ausili per le situazioni di maggiori fragilità.
Si afferma e si prende sempre più convinzione e coscienza che gli anziani, in effetti, non sono solo parte delle nostre famiglie, ma costituiscono un patrimonio di valori, di tradizioni e di conoscenze preziose per la Nazione, più specificamente sono la “bussola” per i giovani, miniere inesauribili di gioia per neonati e ragazzi.
La possibilità di continuità di vita e di cure presso il domicilio dell’anziano significa anche “semplificare e integrare” le procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente”.
È una Riforma mai prima avviata e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto sottolineare che: “Gli anziani rappresentano il cuore stesso della società e prendersi cura di loro significa avere cura di tutti noi. Questo è l’impegno che abbiamo preso e lavoreremo velocemente per dare concreta attuazione a questa riforma lavorando sui decreti delegati individuando le risorse necessarie”.
E la Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderoni ha, in sintesi, dichiarato che ….l’approvazione della legge delega anziani “ci investe della responsabilità di disegnare nel dettaglio una riforma delle politiche per gli anziani”.
“È l’obiettivo da portare a termine così da raggiungere l’integrazione effettiva degli aspetti sociali, sanitari e assistenziali per oltre 14 milioni di over 65 in Italia”.
La normativa, nei fatti va ad “incidere sulla nostra società, in costante invecchiamento, guarda a quella fase della vita e ne gestisce le esigenze”.
Ad incidere sulle basi per la riforma strutturale delle politiche a favore degli anziani hanno dato il loro contributo anche il Terzo settore, i sindacati e le categorie professionali di riferimento.
Finalmente al “nonnetto” , quando prima, saranno offerte maggiori possibilità di scelte sul dove e sul come proseguire a vivere il resto della vita in serenità e in modo più confortevole possibile, con assistenze adeguate alle proprie esigenze e, soprattutto, con minori rischi di incidenti e di disgrazie, anche con la perdita della propria vita, a causa di una semplice mancata o insufficiente vigilanza da chi è, esclusivamente demandato a garantire tutto ciò.
L’anziano è una risorsa sotto ogni aspetto, anche quando vive allettato tra quattro mura di una RSA e neanche può morire, nel sonno, nel cuore della notte, per colpa di coloro che ne hanno la piena responsabilità di evitare che eventi simili accadano.
Proprio di recente, il 6 luglio scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo, con sede a Strasburgo, ha persino condannato l’Italia per la violazione dell’articolo 8, che riguarda il diritto al rispetto della vita privata, sul caso di C. G., ex professore 93enne ospite presso una RSA dall’ottobre 2020, ai cui parenti sarebbe stato impedito poterlo incontrare e nei cui confronti sarebbero state adottate drastiche misure sanitarie, incidenti fortemente sulla propria libertà personale.