Il Rapporto SDGs (Sustainable Development Goals) 2021 dell’Istat mette in evidenza come, nel triennio 2016-2018, tra le imprese che contano almeno tre addetti, soltanto 2.5 imprese su 100 hanno redatto bilanci e/o rendicontazioni ambientali e di sostenibilità. La quota aumenta al crescere della dimensione d’azienda, per via dei vincoli normativi di rendicontazione non finanziaria previsti per le grandi aziende: 19,6% nelle imprese con 250-499 addetti e 34,4% in quelle con 500 e più addetti.
Numeri ancora bassi per cui è giusto parlare di chi si è adeguato alla nuova normativa. Un altro famoso gruppo industriale italiano ha presentato il suo 14° Rapporto di Sostenibilità, il Gruppo Ferrero, annunciando di essere sulla buona strada per raggiungere i principali obiettivi di rispetto dell’ambiente e di responsabilità sociale dell’impresa, che nell’esercizio 2021/22 si sono concentrati su quattro pilastri: protezione dell’ambiente, approvvigionamento sostenibile, promozione del consumo responsabile e valorizzazione delle persone. Nonostante l’anno finanziario in questione sia stato particolarmente impegnativo per la guerra, l’interruzione delle catene di approvvigionamento, l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime e, infine, l’inflazione, in alcuni casi è comunque riuscita a superare gli obiettivi di sostenibilità degli anni precedenti.
Attenzione alla tracciabilità delle materie prime
La prima azione significativa è stato l’impegno a supportare e migliorare l’approvvigionamento sostenibile dei propri ingredienti, oltre a condividere le conoscenze lungo la catena del valore. Nel 2021/22, il programma FFV – il programma Ferrero Farming Values per le nocciole volto ad aumentare la produzione di nocciole sostenibili di qualità, con particolare attenzione alle pratiche agricole e sociali sostenibili e al miglioramento della tracciabilità – ha contribuito a fornire coaching individuali al 32% dei coltivatori di cacao relativamente alle tecniche di pianificazione agricola e di business, mentre 155.000 coltivatori di cacao hanno preso parte a piani di formazione di gruppo. Nel Rapporto si legge anche che il Gruppo ha raggiunto il 96% di tracciabilità del cacao acquistato a livello di azienda agricola e il 79% di tracciabilità nell’approvvigionamento complessivo di nocciole, nonostante le complessità sistemiche della catena di approvvigionamento.
Pubblicato il primo Rapporto sui diritti umani in azienda
Il 92% dell’energia elettrica utilizzata per le sue produzioni, acquistata a livello globale, proviene da fonti certificate rinnovabili, rispetto all’84% dello scorso anno e il 100% dell’olio di palma è certificato RSPO come segregato, cioè tenuto separato a partire dalle piantagioni e dalle aziende agricole e lungo tutta la catena di approvvigionamento, con il 99,95% riconducibile a 146 mulini e 722 piantagioni. Inoltre, alla fine del 2021 è stato pubblicato il primo Rapporto sui Diritti Umani dell’azienda incentrato su 10 dei problemi più rilevanti in relazione ai diritti umani in tutte le catene del valore, indipendentemente dal prodotto o dall’area geografica, a partire dal contrasto allo sfruttamento minorile, al rispetto degli orari di lavoro, l’inclusività e l’attenzione alla sicurezza e al benessere del lavoratore.