Il settore del cibo biologico in Francia sta attraversando una vera e propria crisi. Secondo la Federazione nazionale dell’agricoltura biologica (Fnab), tra gennaio e settembre 2022, gli acquisti di prodotti biologici sono crollati del 6,3% nel Paese. Stessa tendenza rilevata dall’Agence Bio secondo cui la quota di prodotti alimentari biologici nel paniere della spesa dei consumatori francesi è scesa dal 6,4% al 6% nel 2022. Questo considerevole calo è sorprendente dopo anni di crescita a due cifre per il settore. Nel 2021, il 6,6% del consumo alimentare francese era biologico. La produzione biologica, che riunisce 30.000 aziende con 200.000 posti di lavoro diretti, pesa oggi circa 13 miliardi di euro di fatturato: si tratta di una cifra senza precedenti da dieci anni. Le attuali riduzioni nelle quote di consumo rappresentano l’equivalente di un miliardo di euro di perdite tra il 2020 e il 2022, secondo i calcoli della società internazionale IRI, fornitrice di dati sul settore dei consumi. Tale frenata è stata particolarmente marcata tra le catene di vendita al dettaglio specializzate nel biologico (La Vie claire, Biocoop, Naturalia), che hanno registrato un meno 16% in questo periodo. Anche i supermercati tradizionali reggono un po’ meglio lo shock con un’erosione del 5,3% degli acquisti, come indicato dall’ultimo studio di NielsenIQ sui consumi biologici in Francia. Secondo gli ultimi dati dell’Agence Bio, solo il vino biologico sta andando bene (+2% nel 2022), portato dai commercianti di vino. Specialista in studi economici settoriali, lo studio Xerfi prevede un’uscita da questo tunnel nel 2024. Tuttavia, in assenza di un sostegno più forte da parte dello Stato, i professionisti del settore rimangono perplessi su questo orizzonte.