Tornano di scena, con alcune novità, a favore della occupazione giovanile gli sgravi economici, i cosiddetti “Bonus Occupazione 2020”. La nuova Legge di Bilancio, infatti, ha prorogato gli incentivi per agevolare l’occupazione giovanile, con l’erogazione di aiuti per le aziende che assumono. La gestione delle agevolazioni
I datori di lavoro possono usufruire di una riduzione dei contributi previdenziali che, per legge, devono versare a favore dei lavoratori assunti. Il Bonus nella sua prima versione è stato introdotto nel 2017 che prevedeva uno sgravio fiscale, a valere sui contributi Inps, per i datori di lavoro privati che assumevano giovani con contratti a tutele crescenti. Nel 2019 la legge è rimasta invariata con la riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, per un periodo massimo di tre anni nel caso della stipula di rapporti di lavoro a tempo indeterminato. L’esonero poteva essere concesso fino ad un importo limite di 3 mila euro l’anno, ripartito su base mensile. Importante sapere che le misure finora previste non includono i lavoratori domestici. Nel 2020, inoltre, è stata introdotta una novità importante rispetto alla misura precedente, ossia la decontribuzione prevista dal beneficio per l’assunzione incentivata degli under 35, è riconosciuta anche nel caso di trasformazione di un rapporto di lavoro a termine in contratto a tempo indeterminato. Nel merito ci sono anche differenziazioni e sostegni di entità diversa. Maggiori sostegni, infatti, sono previsti se l’assunzione avviene al Sud con il 100% di sgravi e riguarda studenti in alternanza/apprendisti “duali”; giovani e disoccupati; gli under 29 Neet, – che non studiano e non lavorano – ossia, con la Garanzia Giovani.
In particolare, bonus così: l’azienda che assume un giovane beneficiario del bonus, ha diritto di versare per 3 anni, il 50% dei contributi obbligatori da lui dovuti con un tetto massimo annuo di sgravio di 3 mila euro. Ci sono poi le norme anti licenziamento hanno il fine di evitare comportamenti poco trasparenti di alcune aziende come il licenziare un dipende per far posto ad un altro beneficiario dell’agevolazione fiscale sull’assunzione. Per capire meglio chi sono i destinatari della nuova misura occupazionale inserita all’interno della Manovra 2020, è possibile fare una distinzione tra i lavoratori e le aziende, e i datori di lavoro, cui spetta il bonus. I sintesi quindi il bonus occupazione spetta ai giovani disoccupati entro un certo limite di età: sotto i 35 anni. Mentre i datori di lavoro beneficiari del nuovo bonus occupazionale sono tutti i privati che operano con imprese in tutta Italia.
Per le imprese che sono nel Sud, inoltre, il bonus sale al 100% per 3 anni. Tra i requisiti richiesti per le aziende, c’è quello di non avere fatto licenziamenti nei 6 mesi precedenti: questa disposizione, rientra tra le nuove norme anti-licenziamento per ridurre l’utilizzo dei nuovi lavoratori assunti con lo sgravio come un “ricambio” dei vecchi dipendenti cuoi l’azienda deve pagare il 100% dei contributi obbligatori.
In ogni caso, il nuovo dipendente assunto tramite il bonus giovani non può essere licenziato durante i primi 6 mesi.
Inoltre, per beneficiare del bonus, i datori di lavoro dovranno essere in possesso del Durc (Documento di regolarità contributiva), aver rispettato le leggi in materia di lavoro ed i contratti collettivi, e non potranno assumere i giovani già beneficiari del bonus occupazione con altre aziende, anche se senza contratto a tempo indeterminato da più di sei mesi. Infine è probabile che lo sgravio contributivo venga limitato a coloro che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato e quindi non hanno usufruito di nessuna agevolazione.