In fondo nella vita quotidiana è tutto un allarme, così in queste ore non poteva mancare quello del presidente della Banca Centrale Europea (Bce), Christine Lagarde. La presidente teme gli attacchi informatici che potrebbero colpire le banche. Fine qui al cittadino comune potrebbe interessare poco, ma ecco che Christine Lagarde avverte che una incursione degli hacker potrebbe innescare dei “cyber rischi” tali da sconvolgere i mercati con un effetto domino capace di travolgere tutti i cittadini e quindi la quotidianità. Con tanto di scenario apocalittico con banche senza più controlli sui conti, senza liquidità, persone senza risorse economiche e conti personali nel caos.
Secondo Lagarde, infatti, “esistono possibili canali attraverso i quali un cyber attacco potrebbe trasformarsi in una grave crisi finanziaria”, In particolare, spiega la banchiera centrale al convegno Grand Prix de l’Economie tenuto a Parigi, “un’interruzione operativa che, ad esempio, distrugge o crittografa i conti di bilancio di un importante istituto finanziario potrebbe innescare una crisi di liquidità e la storia dimostra che le crisi di liquidità possono rapidamente diventare crisi sistemiche”. Insomma per alcuni versi c’è una certa consonanza ideologica tra virus biologico che potrebbe trasmettersi da animale ad animale, ricombinarsi per attaccare l’uomo, così gli hacker potrebbero dapprima attaccare le banche e poi da queste il “virus” passare all’ignaro e povero correntista che si ritroverebbe dati e conti alterati tanto da far scattare il panico generale. “Gli attacchi informatici di questi anni sono stati molto gravi”, spiegano gli esperti di Cybersecurityitalia, “ma non sono nulla a confronto di ciò che gli esperti prevedono per il futuro, un futuro non molto lontano, nel quale gli hacker non solo saranno in grado di rubare dati, ma riusciranno anche a modificarli, provocando danni di enorme gravità. Pensiamo ad esempio al fatto che basterebbe solo una piccola modifica ad un conto corrente di un cliente per distruggere l’integrità dei dati di un’intera banca”.
In base a queste previsioni così catastrofiche, sono in aumento gli investimenti per la sicurezza informatica per proteggere e tutelare, non sono le istituzioni finanziarie, ma soprattutto i clienti stessi che cercano dalle banche un riparo sicuro.
Secondo il report “Banking & Financial Services Cyber-Security: US Market 2015-2020“, pubblicato da Homeland Security Research Corp. (HSRC), il mercato relativo alla protezione dei servizi finanziari americani arriverà a toccare la cifra record di 9,5 miliardi di dollari, diventando uno dei più grandi mercati non governativi relativi alla cyber-security. E gli episodi di attacchi certo non Moscano, sono decine ogni giorno a bassissima scala ma altri puntano in alto.
L’ultimo attacco di un certo livello, che potrebbe essere il banco di prova di nuove e più sofisticate incursioni è partito il 31 dicembre scorso quando i sistemi informatici delle agenzie globali di Travelex – società di cambio londinese -, si sono bloccati vittime di un cyber-attacco di tipo “ransomware” scoperto si legge sul sito dell’azienda, il 31 dicembre. In pochi minuti tutti gli uffici della società in Europa, Asia e America sono rimasti offline. Le banche britanniche, tra cui Lloyds, Barclays e Royal Bank of Scotland, riportava la Bbc, sono rimaste a corto di banconote straniere e hanno dovuto a loro volta respingere gli ordini di valuta estera dei clienti.
Secondo la Bbc un gruppo di hacker ha assunto il controllo dei dati dei clienti Travelex e chiesto un riscatto di 6 milioni di dollari per decrittografare le informazioni. I sistemi di Travelex sarebbero stati infettati ben sei mesi prima: gli hacker, inoltre, sostengono di aver compromesso o scaricato 5 GB di informazioni sensibili dei clienti tra cui date di nascita, metodi di pagamento e numeri dell’assicurazione nazionale. Travelex, invece, afferma che non ci sono prove che i dati dei clienti siano stati compromessi.
“La società di cyber-security Kaspersky ha più volte messo in guardia sull’uso di malware specializzati che mettono a rischio miliardi di dati di backup memorizzati”, riferiscono gli esperti di CorCom, “Nel corso del terzo trimestre del 2019 sono stati individuati e respinti da Kaspersky 230mila attacchi di questo tipo. Si tratta di malware particolarmente sofisticato e rischioso, perché applica metodi di crittografia avanzati sui dati conservati e chiedendo un riscatto per recuperare l’accesso”. Se nel mondo ci si preoccupa in Italia la situazione di rischio informatico è elevata. Stando al Report: “Dove va l’economia italiana e gli scenari geo-economici”, elaborato dal Centro studi di Confindustria, l’Italia è particolarmente a rischio. Occupa, infatti, il venticinquesimo posto nella classifica dei 28 paesi dell’Unione europea, per livello di competenze digitali posseduti da cittadini e imprese. Intanto, la crescente digitalizzazione della società rende più insidiosa la minaccia di cyber attacchi: nel 2030, il rischio di attacchi informatici potrebbe pesare in misura pari all’1,2% del PIL mondiale.
L’analisi del Centro studi di Confindustria, basato su stime di Zurich Insurance e dell’Atlantic Council, mostra uno scenario tutt’altro che rassicurante per quanto riguarda il rischio cyber e il panorama economico italiano nel contesto geo economico globale ed europeo.
“Se non si riuscirà a correre ai ripari in maniera adeguata”, spiegano gli analisti di Assiteca, “nel 2019 i costi globali derivanti dal cyber crimine potrebbero superare, per la prima volta, i grossi benefici economici della digitalizzazione”.