Far incontrare offerta di lavoro e richieste di impiego, saldare le competenze ed esperienze con le esigenze del mercato. È questa la cosa più difficile del rapporto tra mondo produttivo e quello formativo scolastico. La riprova arriva dai numeri, entro marzo 2020 le imprese offriranno oltre un milione di posti di lavoro, ma oltre il 30%, quindi 300 mila posizioni rimarranno senza candidati. Questo mancato allineamento tra domanda e offerta definita tecnicamente “mismatch” riguarda in particolare i giovani dove il disallineamento tocca la eccezionale punta del 65% delle richieste. Quindi per molte imprese mancheranno specialisti in scienze informatiche, fisica e chimica, mentre risulteranno scarsissimi se non introvabili tecnici, diplomati e Its; laureati nelle discipline informatiche e ingegneri. Ed è un problema che sta a monte delle formazione, in Germania ci sono 900 mila ragazzi che si diplomano in materie tecniche e sono allievi di istituti tecnici-industriali, in Italia i diplomati negli istituti tecnici sono 9 mila l’anno. Inoltre ogni anno cresce il divario tra domanda e offerta con aziende che non riescono a reperire sul mercato la figura professionale necessaria. Un vero paradosso in questi tempi di drammatica carenza occupazionale per i giovani in modo particolare.
La situazione, inoltre viene monitorata dal Rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal dove si sottolineano i problemi del mercato del lavoro, e delle caselle di competenze che rimangono vuote per mancanza di candidati.
Difficile, ad esempio, trovare ingegneri energetici, meccanici, chimici e petroliferi, saldatori, agenti assicurativi e immobiliari, idraulici, meccanici, montatori e animatori turistici. Poi c’è carenza di profili qualificati all’appello manca il 19% dei dirigenti, specialisti e tecnici sul totale delle richieste programmate dalle aziende. Tra le figure che hanno assunto maggiore rilevanza ci sono quelle legate al mondo del digitale e in materia di eco-sostenibilità. Per il prossimo futuro, ossia nell’arco di 4 anni, le professioni in cima alla lista tra quelle più richieste ci saranno quelle di tecnici e professionisti con competenze digitali per Industria 4.0, in particolare per Servizi 4.0.
Il fabbisogno – stando al rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal – prevede inoltre un aumento di richieste per i servizi pubblici. Con un particolare ruolo di digital transformation ed ecosostenibilità. Posti di lavoro riservati agli esperti in analisi dei dati come a quelli in sicurezza informatica, intelligenza artificiale e analisi di mercato. In particolare, io dato innovativo sulle professioni, riguarda le filiere della salute e benessere, education e cultura, meccatronica e robotica, mobilità e logistica, energia. Tra le lauree più ricercate quella in medicina.
Seguono economia e ingegneria. Da sfondo a questo il paradosso lavorativo si contano circa 3 milioni di disoccupati e 3 milioni di inattivi, in un frangente in cui il tasso di occupazione si ferma al 58% e risultiamo sotto di 10 punti rispetto ai livelli del resto d’Europa. Ora con l’accelerazione dovuta ai prepensionamenti di Quota 100 la situazione sarà ancora più difficile, il calo dei medici che scarseggiano e del ancor più drastico calo degli infermieri in corsia ne sono un esempio. Il rapporto di Unioncamere, realizzato con l’apporto di Anpal, prevede che entro il 2023 occorrerà riempire un numero di posti che si aggira sui 2,7 e i 3 milioni. La maggior parte di essi, tra 2,3 e 2,5 milioni – si avverte nel rapporto – riguarderanno però la sostituzione di lavoratori che lasceranno il loro posto per andare in pensione.