Ha destato stupore il rapporto cordiale, sereno e a tratti affettuoso tra la Presidente del Consiglio e il Presidente della Regione non solo nei luoghi della tragedia ma anche nelle sedi istituzionali. Siamo talmente abituati a percepire la politica come una sorta di wrestling che quando vediamo la normalità ci meravigliamo.
Meloni e Bonaccini hanno dato a tutti una lezione semplice ma necessaria in tempi di settarismo dilagante, quando l’avversario politico viene descritto e trattato come un nemico. I due Presidenti non si sono comportati come se fossero uno la leader della maggioranza e l’altro il mancato leader del principale partito di opposizione. I loro ruoli di partito e di schieramento hanno ceduto il passo a qualcosa di più importante: il senso dello Stato.
Ai tempi della Prima Repubblica, questa espressione era di uso frequente. Da 30 anni in qua non la si sente più. E non è una questione di lessico dimenticato ma di sostanza: non si parla di senso dello Stato perché in giro ce n’è poco e sono rari i politici e gli uomini delle istituzioni che ne percepiscono l’importanza.
Avere il senso dello Stato significa anteporre agli interessi personali, di partito, di schieramento e anche di ruolo istituzionale qualcosa di più importante: il valore della collettività nazionale rappresentato dallo Stato, dalle sue leggi e dalle sue istituzioni intese come parte di un’unica orchestra.
Meloni e Bonaccini avrebbero potuto ostentare reciproca freddezza e anche qualche tono reciprocamente critico. Ma che segnale sarebbe arrivato ai cittadini, soprattutto a quelli che hanno perso tutto e dovranno ricostruire da zero la loro vita?
Sarebbe apparso chiaro che anche di fronte ad una tragedia la politica cede alla tentazione di pensare ai suoi giochi e dimentica che c’è qualcosa di più importante. Il senso dello Stato, appunto. Che obbliga a mettere da parte, nella forma e nella sostanza, ogni particolarismo, ogni interesse di parte, ogni tentativo di strumentalizzare gli eventi per calcoli di partito e porta a pensare al bene comune, alla necessità che lo Stato possa funzionare e fornire ai suoi cittadini ciò di cui hanno bisogno.
In fondo Meloni e Bonaccini hanno fatto capire che, soprattutto quando succedono eventi disastrosi, siamo tutti sulla stessa barca e questa barca non appartiene a nessuno. Perché questa barca è lo Stato che non è di nessun partito, di nessun leader, di nessun ruolo istituzionale: è superiore a tutto per servire tutti. E va servito da tutti, a cominciare dai politici.