La drammatica situazione maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna si riferisce ad un evento meteorologico del tutto eccezionale, trattandosi di una pioggia che normalmente precipita nell’arco di due mesi invece si è accanita incessantemente per poche ore. I meteorologi hanno chiarito che il ciclone mediterraneo formatosi sulle coste del Nord Africa si è fermato sull’Appennino romagnolo e sulle pianure adiacenti a causa di un fenomeno chiamato “Effetto Stau”. La parola tedesca Stau significa “coda”, facendo un chiaro riferimento a quella nuvolosa di un temporale frontale in transito oltralpe. Tale effetto Stau si genera tutte le volte in cui le correnti atmosferiche impattano perpendicolarmente contro una catena montuosa; la massa d’aria, che si trova ad essere più calda della temperatura soprastante, è costretta a sollevarsi bruscamente lungo il primo pendio che incontra immergendosi nell’aria fredda; il raffreddamento favorisce prima la saturazione dell’aria, poi la condensazione del vapore acqueo in eccesso. Tale fenomeno porta quindi alla formazione di elementi collegati al rilascio e trasporto di energia capaci di generare persistenti rovesci e temporali che possono risultare anche nevosi. La barriera appenninica, “bloccando” tali rovesci, tende ad esaltare ancor più la pioggia e la neve nelle zone limitrofe alle catene montuose, soprattutto in quelle sopravento. In Italia i più imponenti effetti dello Stau si producono lungo la Catena Alpina e Appenninica a seconda della direzione di provenienza delle correnti umide e dei fronti nuvolosi. A riguardo, il meteorologo di 3bmeteo.com, Edoardo Ferrara ha spiegato: “Le correnti di grecale, ricche di umidità si sono scontrate con il contrafforte appenninico scaricando ingenti quantità di pioggia in modo costante nelle stesse zone. A questa situazione si sono aggiunte diverse aggravanti: il ciclone si è praticamente fermato una volta raggiunto il Centro Italia, protraendo quindi il maltempo; i forti venti di bora sulla costa con mare agitato hanno ostacolato anche il deflusso delle acque dall’Appennino verso l’Adriatico; i terreni erano già intrisi d’acqua per via dell’alluvione di appena due settimane fa sempre nella stessa zona e con cause del tutto simili a quelle attuali”. Inoltre, Ferrara a proposito delle precipitazioni in corso ha precisato: “In 36 ore sono caduti oltre 120 millimetri tra Bolognese e pianura romagnola, ovvero più del doppio di quello che dovrebbe cadere nell’intero mese di maggio. Ma se ci spostiamo in Appennino si sono registrati picchi di oltre 200mm, segnatamente dietro Imola, Faenza, Cesena e Forlì, praticamente la pioggia di tre mesi condensata in un giorno e mezzo”. In merito al motivo del cambiamento climatico, il collega meteorologo Francesco Nucera ha spiegato: “Va detto che il ciclone è stato alimentato anche dai cosiddetti flussi di vapore tropicali, ovvero una sorta di fiume di aria molto umida prelevata appunto dalle latitudini tropicali e convogliate in questo caso verso la nostra Penisola. Questi flussi iniettano molta energia ai cicloni o alle perturbazioni, che possono scaricare così ingenti quantità di pioggia. Secondo vari studi ma anche proiezioni già evidenziate 20 anni fa, in un mondo più caldo vi è maggior vapore e quindi energia a disposizione dei cicloni, con effetti che talvolta diventano drammatici come quello attuale. Questi fiumi di vapore subtropicali sono stati responsabili anche della devastante alluvione nelle Marche dello scorso settembre”. Secondo le previsioni meteo le incessanti piogge si protrarranno su gran parte della Penisola per tutto il mese di maggio; a riguardo, Nucera ha sottolineato: “In linea generale la situazione è bloccata: gli anticicloni restano lontani dal Mediterraneo e dall’Italia, che di fatto continuano da ormai oltre un mese ad essere bersaglio di perturbazioni e vortici ciclonici, alimentati da aria fresca in discesa dal Nord Europa. Almeno fino al weekend avremo a che fare con ulteriori piogge e temporali su gran parte d’Italia, a causa anche dell’ennesima perturbazione in risalita da Sud. Ma l’instabilità atmosferica, pur con delle fisiologiche pause, si protrarrà molto probabilmente per tutto maggio e forse anche nella prima parte di giugno. Per il caldo e la stabilità estiva bisognerà ancora attendere».