mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Esteri

Impiccati due uomini per blasfemia. In Iran aumentano le esecuzioni

L’Iran ha impiccato due uomini condannati per blasfemia. Le autorità, finora, avevano eseguito raramente condanne a morte per tale reato. La Repubblica Islamica rimane uno dei principali carnefici del mondo, avendo messo a morte almeno 203 prigionieri solo dall’inizio di quest’anno, ma l’esecuzione per blasfemia rimane rara, poiché casi precedenti hanno visto le condanne ridotte dalle autorità. I due uomini giustiziati, Yousef Mehrad e Sadrollah Fazeli Zare, sono morti nella prigione di Arak, nell’Iran centrale. Erano stati arrestati nel maggio 2020, accusati di essere coinvolti in un canale Telegram chiamato “Critica della superstizione e della religione”. Entrambi hanno dovuto affrontare mesi di isolamento e non hanno potuto contattare le loro famiglie. L’agenzia di stampa Mizan, della magistratura iraniana, ha confermato le esecuzioni per aver insultato il profeta Maometto, l’Islam e promosso l’ateismo. Mizan li ha anche accusati di aver bruciato un Corano, il libro sacro islamico, anche se non era chiaro se gli uomini lo avessero fatto o se tali immagini fossero state condivise sul canale Telegram. Mahmood Amiry-Moghaddam, che guida Iran Human Rights, ha denunciato le esecuzioni in quanto rivelano la “natura medievale” della teocrazia iraniana. “La comunità internazionale deve dimostrare con la sua reazione che le esecuzioni per aver espresso un’opinione sono intollerabili – ha affermato – Il rifiuto della comunità internazionale di reagire con decisione è un via libera per il governo iraniano e per tutte le persone che la pensano allo stesso modo in tutto il mondo”. Non è stato immediatamente chiaro quando l’Iran abbia effettuato la sua ultima esecuzione per blasfemia. Anche altri paesi del Medio Oriente, come l’Arabia Saudita, consentono l’imposizione di condanne a morte per questo reato. La serie di esecuzioni, tra cui membri di minoranze etniche in Iran, arriva dopo mesi di proteste per la morte della 22enne Mahsa Amini. Almeno quattro persone accusate di presunti reati sono state messe a morte. Le proteste, che secondo quanto riferito hanno visto 19.000 arrestate, hanno segnato una delle maggiori sfide alla teocrazia iraniana dalla Rivoluzione islamica del 1979. Nel 2022, l’Iran ha circa 582 persone, rispetto alle 333 persone nel 2021, secondo Iran Human Rights. L’ultimo rapporto di Amnesty International sulle esecuzioni ha indicato l’Iran come il secondo più grande carnefice al mondo, dietro solo alla Cina, dove si stima che migliaia di persone vengano messe a morte ogni anno.

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Redazione

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