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La prudenza dei sindacati spiazza le opposizioni

domenica, 7 Maggio 2023
1 minuto di lettura

Cgil, Cisl e Uil tengono più all’unità sindacale che alle corse in avanti di chi vorrebbe scatenare un’ondata di agitazioni e  anche uno sciopero generale contro il Governo. Una forzatura che oggi provocherebbe una spaccatura forse irreparabile nel movimento sindacale e ne indebolirebbe il peso. Per questo Landini, Sbarra e Bombardieri confermano una fase di mobilitazione ma non vanno  allo scontro totale contro Palazzo Chigi.

Si tratta di una scelta prudente che dovrebbe stimolare il Governo ad avviare una interlocuzione più frequente con i sindacati. La maggioranza sa che Cgil, Cisl Uil da anni non sono cinghia di trasmissione di partiti di riferimento. Anzi, spesso sono i partiti che vanno a ricasco dei sindacati o cercano sponde da quelle parti.

Proprio per questo motivo non è nell’interesse del Governo umiliare  e marginalizzare i sindacati costringendoli  in un angolo da cui possono uscire solo con  un muro contro che darebbe più fiato alle opposizioni.

Pd e 5S non dettano la linea ai sindacati. Spesso attendono di conoscere le scelte di Cgil, Cisl e Uil per regolarsi sul da fare. Si ha l’impressione che Schlein e Conte sperino che siano i sindacati a scatenare un’offensiva contro il Governo per potersi accodare e dar maggior peso alle loro posizioni ostili alle  scelte di Meloni.

Ma i partiti hanno compiti diversi dai sindacati. I primi devono guardare all’interesse generale del Paese, i secondi devono tutelare il lavoro.

Dai partiti ci si aspetterebbe una visione più ampia dei problemi e non un atteggiamento di ostilità preconcetta ,come quella che si è scatenata contro il decreto lavoro. I sindacati, invece, hanno compreso che nel provvedimento del Governo ci sono misure da criticare ma altre da valutare con attenzione. da qui una linea più prudente.

Probabilmente Schlein e Conte sono rimasti delusi da Cgil, Cisl e Uil. E questo dovrebbe dare soprattutto alla segretaria del Pd una lezione di realismo e concretezza che mal si concilia con le tentazioni di un rinascente populismo che rischia di insinuarsi nella sinistra .

Giuseppe Mazzei

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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