A Bruxelles per discutere il pacchetto climatico “Fit for 55” e il dossier sulla riduzione dei prodotti fitosanitari. Protagonista degli incontri il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che ha tenuto le riunioni e approfondimenti con le istituzioni europee. L’obiettivo per l’agricoltura europea e in particolare per quella italiana è promuovere percorsi graduali e gestibili “per riequilibrare le esigenze produttive agricole”, illustra una nota, “con gli obiettivi di sostenibilità e giungere ai target green con alternative sfidanti, grazie a ricerca e innovazione”.
Carbon farming e bio controllo
In primo piano l’importanza del “carbon farming”, che combatte il climate change e può rappresentare un nuovo e fondamentale strumento di integrazione al reddito degli agricoltori. Più in dettaglio, il presidente della Cia-Agricoltori ha partecipato ai Praesidia del Copa-Cogeca, con focus proprio sulle politiche sul clima e sulla proposta di regolamento per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Sur). Nel suo intervento, il presidente di Cia ha ricordato che “l’applicazione del regolamento porterà a una riduzione delle produzioni agricole che va dal 5% al 30%” e che quindi “se si vuole continuare a garantire la sicurezza alimentare, va bene portare avanti e sviluppare lotta biologica e integrata, agricoltura di precisione e biocontrollo, ma non basta. Servono le nuove tecniche di miglioramento genetico, anche per far fronte ai cambiamenti climatici che falcidiano i raccolti”.
Il dossier Natura
La produzione agricola secondo la Confederazione, è messa a rischio anche dai nuovi obiettivi sul ripristino della Natura che propone la Commissione. “Un fascicolo”, ha osservato Cristiano Fini, “sul quale l’Italia deve fare molta attenzione per evitare effetti negativi sul comparto”. Spazio, poi, al confronto con il nuovo direttore generale della DG Clima, Kurt Vandenberghe, sulla proposta di regolamento della Commissione Ue per la certificazione degli assorbimenti di carbonio.
Riconoscimento economico
Sul dossier il leader della Confederazione ha sottolineato gli sforzi già compiuti dagli agricoltori, sostenendo che si dovrà trovare un metodo per riconoscere le attività di carbon farming già avviate dai pionieri: “Serve un riconoscimento economico”, ha ribadito Fini, “che premi l’impegno e il ruolo primario che agricoltura e zootecnia hanno nell’assorbimento delle emissioni di CO2”. L’incontro con l’ambasciatore Infine, il presidente di Cia ha incontrato in bilaterale il nuovo ambasciatore italiano presso l’Ue, Vincenzo Celeste, con cui si è ribadita la necessità di lavorare come sistema Italia in Europa per supportare il settore agricolo e affrontare le sfide del futuro.