La regione del Medio Oriente e Nord Africa (MENA), compresa la Tunisia, stanno affrontando un’emergenza idrica senza precedenti che diventerà più acuta man mano che la popolazione crescerà nei prossimi anni. Lo rivela il rapporto intitolato “Aspetti economici della scarsità d’acqua in Medio Oriente e Nord Africa: soluzioni istituzionali” della Banca Mondiale. Secondo la Banca Mondiale, una stima “cauta” del fabbisogno idrico nel 2050 indica che ogni anno dovrebbero essere mobilitati ulteriori 25 miliardi di metri cubi, “che equivarrebbero alla costruzione di 65 impianti di desalinizzazione delle dimensioni di quello di Ras Al-Khair in Arabia Saudita, attualmente la più grande del mondo”. Per far fronte allo stress idrico, il rapporto raccomanda ai Paesi della regione di non accontentarsi più di affidarsi a una strategia di investimenti in infrastrutture idrauliche (dighe, impianti di desalinizzazione, ecc.) con l’obiettivo di aumentare l’approvvigionamento idrico, senza affrontare adeguatamente le criticità di efficienza e governance. Il rapporto afferma che la metà delle utenze idriche ha indicato che oltre il 30% dell’acqua prodotta non viene fatturata ai clienti a causa di una combinazione di tubi che perdono, contatori dell’acqua inefficienti e allacciamenti illegali. Di conseguenza, gli autori del rapporto sottolineano l’imperativo di realizzare riforme istituzionali per finanziare e mantenere queste infrastrutture e regolare la domanda. Propongono di delegare ai servizi idrici professionali e agli organismi tecnici nazionali da un lato, e agli enti locali dall’altro, “maggiore autonomia e maggiori poteri strategici” per la gestione dei diversi aspetti del servizio idrico e dell’allocazione delle risorse idriche. Le istituzioni in atto che gestiscono l’allocazione delle risorse rimangono “altamente centralizzate e tecnocratiche, il che limita la loro capacità di fare compromessi nell’uso dell’acqua a livello locale”. Queste riforme sono “necessarie” per aumentare l’autonomia e decentralizzare le decisioni sulla gestione dell’acqua e l’erogazione dei servizi, ma anche per rafforzare la legittimità della tariffazione e della regolamentazione dell’acqua. Per realizzare queste riforme, la Banca mondiale sottolinea l’importanza di impegnarsi in una migliore comunicazione con i cittadini sulla scarsità d’acqua e sulle strategie idriche nazionali. A questo proposito, la BM cita l’esempio di Brasile e Sudafrica, che hanno utilizzato una campagna di sensibilizzazione volta a ridurre il consumo di acqua. A Città del Capo, ad esempio, le autorità municipali hanno condiviso un “cruscotto idrico”, che dava informazioni settimanali sul consumo totale di acqua della città in prossimità del “giorno zero” (tempo in cui le risorse idriche dovevano essere totalmente esaurite). Questa “trasparenza” da parte dei funzionari locali è riuscita a convincere i residenti dell’urgenza della situazione e li ha resi più propensi a rispettare le restrizioni e ad aderire alle riforme. In breve, è probabile che queste riforme istituzionali aiutino i governi a rinegoziare il contratto sociale con le popolazioni della regione MENA, ritiene l’istituzione di Bretton Woods.