L’Italia si sta trasformando in un “Paese per vecchi”, per parafrasare un famoso film dei fratelli Coen, in cui lo sbilanciamento dei numeri dei pensionati rispetto ai giovani in età da lavoro è sempre più ampio.
Secondo la Cgia, a legislazione vigente nei prossimi cinque anni, tra il 2023 e il 2027, 2,7 milioni di italiani sono destinati ad andare in pensione, cioè quasi il 12% della popolazione lascerà definitivamente il posto di lavoro per raggiunti limiti di età. Per ora, quindi, difficile intervenire al ribasso sulla età per la pensione di vecchiaia che nel 2023 resta 67 anni, sia per gli uomini che per le donne. È la più alta in Europa, anche se anche altri Paesi ci si stanno avvicinando, seppur gradualmente, e soprattutto apportando in cambio una maggiorazione economica della pensione minima.
Francia
Emmanuel Macron, per elevare da 62 a 64 anni l’età pensionabile, alzando il tetto gradualmente, tre mesi ogni anno, è ricorso alla questione di fiducia per ottenere la riforma del sistema pensionistico ed evitare il voto contrario del parlamento. Osteggiata da Rassemblement National e dall’ala estrema dei partiti di sinistra, contestata dai sindacati a suon di scioperi e proteste, la riforma nei sondaggi non piace al 76% dei lavoratori. L’adeguamento in programma si concluderà nel 2031, ma già da quest’anno la pensione minima salirà a quasi 1.200 euro al mese, per due milioni di lavoratori a fine carriera, mentre in Italia per ora resta ferma a 563,73.
Germania
L’età della pensione in Germania è già prevista a 67 anni, ma con graduale innalzamento nel periodo 2012-2029, a partire da coloro che sono nati nel 1947 per uniformare i lavoratori vecchi e nuovi il processo terminerà nel 2031, con l’uscita degli ultimi lavoratori nati prima del 1964. Nel frattempo, per arginare gli effetti della crisi e un’inflazione arrivata al 8% la Germania nel luglio scorso ha deciso di dare più soldi ai pensionati. Il 6% in più spalmato per 21milioni di persone.
Spagna
in spagna il tema della riforma pensionistica è oggetto di scontro politico, in vista delle elezioni nazionali di fine anno. I lavoratori più avanti con gli anni si rifiutano di prolungare la propria vita lavorativa fino a 67. L’occupazione giovanile è in aumento, ma non i livelli salariali e si preannuncia un futuro pieno di ombre sul futuro della previdenza sociale.
Nel futuro andremo in pensione over 70
Sono Italia, Grecia e Danimarca a contendersi la soglia più alta d’accesso alla pensione di vecchiaia, i 67 anni perché ad oggi oggi la media nell’unione europea è ancora per gli uomini 64 anni e 4 mesi, per le donne 63 anni e 4 mesi. Tuttavia, anche Bulgaria, Irlanda, Paesi Bassi, e come già detto Germania e Spagna, secondo l’ultimo Report Ocse sulle pensioni hanno davanti un percorso obbligato. Tra una decina d’anni nessuno tra gli Stati membri della UE potrà permettersi di rinviare la riforma delle pensioni. In Danimarca, addirittura, chi ha iniziato a lavorare nel 2020 all’età di 22 anni andrà in pensione a 74 anni. Ma nelle previsioni anche noi italiani andremo ad aumentare: secondo le previsioni saremo condannati a lavorare fino a 71 anni.