Lo scorso lunedì, nel job center comunale Porta Futuro di Bari, alla presenza del Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, Antonio Sangermano, sono stati presentati i risultati del progetto “Una rete per l’inclusione”. Hanno inoltre partecipato all’incontro il Sindaco di Bari, Antonio Decaro, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il Coordinatore del progetto, Vito Genco. Tale Progetto, finanziato dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza nell’ambito del PON “Legalità” 2014-2020, intende favorire il reinserimento socio-lavorativo di giovani a rischio devianza con l’obiettivo di assicurare una socialità, fornire un lavoro e restituire un futuro ai giovani problematici. Mediante queste linee guida, l’iniziativa coinvolge ragazzi e ragazze tra i 16 e i 25 anni in carico ai servizi minorili della Giustizia, in esecuzione penale esterna o detenuti presso Istituti penali per i minorenni. I risultati presentati a Bari, hanno mostrato gli effetti di questi quindici mesi di attività in cui 215 sono stati i giovani inseriti all’interno di diverse realtà aziendali e nelle quali hanno ricevuto una formazione che consentirà loro di introdursi nel mondo del lavoro. In un periodo di circa 15 mesi fra il 2022 e il 2023, questi ragazzi hanno potuto usufruire di percorsi formativi personalizzati e tirocini semestrali retribuiti presso imprese, artigiani e società del territorio di riferimento, grazie alla mediazione di consorzi e cooperative. Inoltre, grazie al supporto di oltre 250 operatori sociali e tutor della Giustizia, 21 di questi ragazzi sono stati poi assunti direttamente dalle aziende nei diversi settori commerciali: meccanica, informatica, ristorazione e cura del verde. All’inserimento lavorativo si associa un recupero sociale in cui la “rete per l’inclusione” è sia un tessuto connettivo che un sistema protettivo. Durante l’incontro, Antonio Sangermano ha dichiarato: “Questo progetto ha offerto un’importante opportunità innanzitutto ai giovani beneficiari, che hanno potuto sviluppare competenze professionali e relazionali, che per molti di loro si sono già tradotte in un favorevole ingresso nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo, il Dipartimento ha rafforzato un ruolo di snodo fra Giustizia minorile e società civile, favorendo e valorizzando la funzione rieducativa della formazione professionale e riconoscendo il fondamentale ruolo volto dal privato sociale nel costruire una rete essenziale nei percorsi di inclusione e riabilitazione sociale”. Il Coordinatore Vito Genco, ha detto: “Il lavoro è lo strumento per riconsegnare questi ragazzi alle proprie comunità, reinserendoli in contesti con regole e relazioni sociali. Oltre al risultato già raggiunto con oltre 20 assunzioni, questo progetto ci ha permesso di creare una rete di soggetti istituzionali, enti ed associazioni che nel territorio sono pronti ad intervenire, prendendosi cura dei giovani”.