ESG, l’ormai famoso acronimo che sta per Environmental cioè ambientale, Social cioè sociale e Governance cioè governo societario, è diventato dirimente nel settore degli investimenti finanziari ed a ricordacelo è il regolatore europeo. I fattori di tipo ambientale riguardano l’esigenza di favorire e promuovere processi produttivi meno energivori e con minore impatto sull’ambiente; i fattori di sostenibilità sociale si riferiscono tra le altre cose all’inclusione, al benessere della collettività nonché al rispetto dei diritti umani; infine i fattori di governance, e quindi di governo societario, spesso messi in secondo piano rispetto agli altri due, risultano invece centrali: si pensi all’etica e la trasparenza; alle policy e alle procedure di controllo; alla composizione, all’indipendenza e alla remunerazione del consiglio di amministrazione, solo per citarne alcuni.
Il 2022 è stato caratterizzato da numerose novità sul fronte normativo. Tra i primi provvedimenti, la pubblicazione della Tassonomia europea: l’atto delegato dell’UE in cui sono state elencate le attività ritenute sostenibili dal punto di vista ambientale. A fine anno è stata approvata la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Standard Directive), la direttiva che modifica la normativa esistente in materia di rendicontazione della sostenibilità e che verrà applicata a partire dal primo gennaio 2024.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza riepilogando, a grandi linee, la normativa europea in tema di sostenibilità nei servizi finanziari.
Tassonomia, Direttiva CSRD e SFDR
La Tassonomia si affianca a iniziative complementari: la Direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità (“CSRD”) e il Regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (“SFDR”). In particolare, la direttiva CSRD disciplina l’informativa sulla sostenibilità in tutti i settori dell’UE e impone alle società di fornire informazioni sul loro impatto ambientale e sociale; la tassonomia dell’UE è un sistema di classificazione che definisce quali attività economiche possono essere considerate sostenibili e secondo quali parametri; il regolamento SFDR enuncia gli obblighi informativi in materia di sostenibilità per i partecipanti ai mercati finanziari. L’SFDR classifica i prodotti finanziari in tre categorie, anch’esse ormai note: 1) Articolo 6: prodotti che integrano i rischi di sostenibilità. Queste strategie integrano considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) nel processo decisionale di investimento; 2) Articolo 8: prodotti che promuovono caratteristiche di sostenibilità. Queste strategie integrano in modo esplicito considerazioni ambientali e/o sociali nella gestione degli investimenti. Rappresentano un passo avanti rispetto ai prodotti articolo 6, ma non hanno come obiettivo investimenti sostenibili; 3) Articolo 9: prodotti che hanno come obiettivo investimenti sostenibili. Queste strategie si distinguono perché perseguono un obiettivo di investimento sostenibile esplicito in termini di risultato.
Il punto di partenza è stato il Green Deal, varato dall’Ue nel 2019 con l’ambizioso obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In questo quadro si inseriscono anche la tassonomia Ue e il nuovo questionario Mifid 2, chiamato a rilevare anche le preferenze Esg degli investitori.
Dalla tassonomia ambientale alla tassonomia sociale
A marzo 2022 la Piattaforma sulla Finanza Sostenibile, il gruppo di esperti che ha il compito di aiutare e consigliare la Commissione Europea circa le politiche di finanza sostenibile, ha pubblicato l’atteso report in cui ha proposto la struttura per una Tassonomia sociale europea che è ora messa al vaglio della Commissione. A novembre, invece, il Parlamento ha finalmente stabilito ufficialmente che entro luglio 2026, tutte le grandi società quotate in borsa dell’UE dovranno adottare misure per aumentare la presenza femminile nei loro consigli di amministrazione.
Il 2022 è stato un anno che ha visto accendere i riflettori sui fattori Esg e sulla loro integrazione, complice da un lato l’accelerazione normativa e, dall’altro, l’attualità con il dramma improvviso dell’approvvigionamento energetico. Inoltre, proprio nel settore bancario, la BCE a giugno ha stabilito che le banche dovranno essere conformi alle aspettative della banca centrale europea riguardo la gestione dei rischi climatici e ambientali entro il 2024.
Il prossimo obiettivo del regolatore europeo? La Tassonomia Sociale.