Il titolo Deutsche Bank ha toccato i minimi dallo scorso ottobre, con il titolo che nella seduta del 24 marzo ha chiuso la seduta a -8,5%. Sempre nella stessa giornata la banca ha annunciato il rimborso anticipato di un bond Tier 2 da 1,5 miliardi in scadenza nel 2028. Questo annuncio avrebbe dovuto rassicurare grandemente il mercato, la cui reazione, invece, è stata opposta in questa circostanza di grande attenzione sull’istituto, anche e soprattutto a causa delle contestuali che hanno riguardato Credit Suisse e altre banche americane.
Le analogie, seppur nelle dovute differenze, con l’altro protagonista dell’agitazione sul mercato per il settore bancario, Credit Suisse, sono tante. Come riportato da Tg24.Sky.it, “In realtà, Deutsche Bank è un gruppo con diverse analogie ma molte differenze con Credit Suisse e, negli scorsi anni, malgrado una lunga serie di difficoltà è riuscito ogni volta a risalire la china. Tracciare un parallelo tra le due banche rischia di creare equivoci. Il gruppo tedesco, fondato nel 1869, come quello svizzero ha conosciuto problemi legali e di reputazione, scandali e cambi al vertice negli ultimi 10 anni dove ha bruciato miliardi di euro e perso un terzo del suo attivo”.
La visione dei gestori
Su Milano Finanza alcuni gestori provano a dare indicazioni di breve periodo. Ad esempio nell’azionario, secondo Diego Toffoli, responsabile investimenti di Intermonte Advisory e Gestione, privilegerebbe i classici comparti da lui ritenuti più difensivi tra cui food e utilities (offrono rendimenti dei dividendi molto allettanti: Enel il 7,2%, Italgas il 5,8% e Iren il 6,5%, per citarne alcuni). Considerato che il rischio di una recessione è aumentato nei Paesi sviluppati, «riteniamo che ciò limiti il rischio di un aumento dei tassi. Secondo Nadège Dufosse, Global Head of Multi-Asset di Candriam, poiché il rischio di una recessione è aumentato nei Paesi sviluppati, «riteniamo che ciò limiti il rischio di un aumento dei tassi. E questo favorisce i titoli difensivi e i growth di qualità.
Fra gli indici Usa il Nasdaq ha battuto nettamente, per performance da gennaio, sia il Dow Jones che lo S&P 500. Inoltre, proprio in questi giorni di crisi dei due colossi sopra citati, le obbligazioni Investment Grade ad elevato merito creditizio, denominate in euro, hanno registrato performance positive proprio dall’8 marzo, il famoso giorno in cui Svb ha annunciato di dover raccogliere più di 2 miliardi di dollari.
La vera dritta? Non vivere di dritte, né essere vittime del breve periodo
E torniamo, come sempre, all’importanza della pianificazione. Che non è una semplice parola buonista buttata lì, ma un metodo essenziale per approcciarsi ai propri investimenti. C’è qualcuno che si imbarcherebbe in un viaggio in autostrada senza aver mai guidato una macchina e senza sapere dove andare? Qualcuno prenderebbe un aereo senza pilota? O si getterebbe in mezzo al mare nel bel mezzo di una tempesta? Di fronte ad una chiara programmazione dell’allocazione dei risparmi sui giusti orizzonti temporali (cosa serve nel breve periodo? Cosa nel medio? Cosa nel lungo?); ad una corretta diversificazione per temi, settori, aree geografiche, asset etc., le brevi o lunghe oscillazioni causate dalla pandemia piuttosto che dalla guerra o da Istituti di credito gestiti non in maniera efficiente (per essere eleganti) assumono tutt’altro rilievo: sono eventi che possono incidere in maniera più o meno rilevante sull’andamento dei nostri risparmi.
Se si seguisse ad ogni crisi od evento la rotta del breve (l’anno scorso il più toccato era stato il Nasdaq; quest’anno ha avuto una ripresa straordinaria) la rincorsa a cosa “rende “ di più nel breve sarebbe sempre troppo lenta rispetto all’andamento del mercato. Che è più veloce.
La domanda rimane, allora, sempre la stessa: si vuole cercare di anticipare e rincorrere i mercati, assumendo un importante rischio o seguire i propri obiettivi avendo chiaro dove si vuole arrivare?
Facile a dirsi, difficile a farsi. Ma non è mai troppo tardi per cominciare.
Per passare da “vittime” degli eventi di breve a “protagonisti consapevoli” delle proprie scelte.