Non c’è solo il dramma umanitario del Medio Oriente e della Libia, provocato da fanatismi, guerre e conflitti civili, ma anche il disastro civile ed umano delle comunità cristiane in uno spazio ben più ampio che va dalle sponde del Mediterraneo fino all’estremo Oriente.
Un nuovo allarme sulla persecuzione che ha colpito e colpisce ancora le comunità più antiche, quelle della prima predicazione evangelica, dalla Siria all’Iraq, dove i fautori dell’Isis hanno cercato di estirpare con estrema crudeltà le radici cristiane per finire alla Turchia dove è stato ridotto ai minimi termini la presenza per tornare alle radici ottomane, dalla Cina, dove il Partito comunista pretende di riscrivere persino i libri sacri, fino al cupo regime poliziesco della Corea del nord, dove pesanti pene colpiscono qualunque manifestazione, anche la più innocua, della fede cristiana.
Né sono da sottovalutare le incursioni ostili, in Africa, delle bande islamiste che compiono raid sanguinosi e rapimenti cercando di colpire o di intimorire quell’ampia parte di popolazione fedele alla Chiesa.
Di fronte a questa così rilevante, vasta e disumana vicenda di persecuzioni fino al martirio, l’opinione pubblica appare disattenta e perfino annoiata, tacciono le organizzazioni e le realtà culturali sempre pronte a mobilitarsi contro vere o presunte giustizie, latitano i governi: tutti probabilmente condizionati dai potentati economici e finanziari e della diffusione di stili di vita, per i quali i media portano pesanti responsabilità, ispirati non solo alla cultura del piacere egoistico, del consumismo ossessivo e dell’emarginazione, ma anche della sofferenza e della morte.
Sta diventando irriconoscibile la stessa Europa, dove storia, ambiente, architettura e civiltà sono intrise dell’eredità e dei messaggi cristiani, che appare oggi pavida e renitente ad ogni iniziativa politica che si proponga di contenere il genocidio di tante comunità cristiane.
Per fede siamo convinti che, alla fine, le forze del male, simboleggiate dai cavalieri dell’Apocalisse non prevarranno.
Ma, intanto, poniamo la nostra presenza accanto a quanti intendono reagire alle derive dell’egoismo di massa denunciato dallo stesso Papa Francesco, ivi compresa la grande ingiustizia di un sistema, che, secondo la denuncia odierna dell’Oxfam (Oxford commitee for famine relife), registra come l’1 % della popolazione mondiale detenga più del doppio della ricchezza posseduta dai restanti, 9,6 miliardi di persone.