Secondo quanto emerge da un rapporto di ministero del Lavoro, Banca d’Italia e Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL), tra gennaio e febbraio 2023 l’occupazione ha subito una forte accelerazione. Nei primi due messi dell’anno, infatti, sono stati creati oltre 100.000 posti di lavoro, circa un terzo in più rispetto allo stesso periodo del 2019, prima della pandemia e la domanda di lavoro è stata trainata soprattutto dai servizi. Beneficiando del calo dei prezzi dell’energia, si è rafforzata anche la dinamica nell’industria. La crescita dell’occupazione si è finora concentrata nella componente a tempo indeterminato, grazie anche alle numerose trasformazioni di contratti a termine.
Nei prossimi mesi la ricomposizione della forza lavoro verso impieghi stabili potrebbe essere meno intensa: la quota dei contratti a tempo determinato, sul totale delle assunzioni, sta lentamente aumentando. Dopo essere state più penalizzate rispetto agli uomini durante la crisi pandemica, dalla fine del 2021 l’occupazione femminile è cresciuta fino a raggiungere livelli storicamente elevati.
A questa dinamica ha contribuito l’alta incidenza nel biennio 2021-22 della domanda di lavoro nei settori del commercio, del turismo e dei servizi alla persona, dove la quota di donne impiegate è maggiore. Negli ultimi due anni le donne hanno però occupato solo un terzo dei posti a tempo indeterminato. Nel 2022 il numero di disoccupati misurato dalle dichiarazioni di immediata disponibilità, si è ridotto di 80.000 unità, meno rispetto al calo del 2021 (-300.000). In linea con i dati dell’Istat, che segnalano una diffusa crescita dei tassi di partecipazione, i flussi di nuovi ingressi nello stato di disoccupazione rimangono consistenti: sono aumentati in tutte le fasce di età e soprattutto nel Mezzogiorno.