“Nell’incontro di ieri abbiamo affrontato il tema della risorsa idrica in agricoltura. Tema acuito dai cambiamenti climatici e che non riguarda solo i coltivatori, ma ciascuno di noi consumatori, la stessa sostenibilità ambientale e l’economia del Paese”, così dichiara Vincenzo Romano Spica, Direttore del laboratorio epidemiologie e biotecnologie, Università “Foro Italico” e Direttore Scientifico di Aquae (evento per la giornata mondiale dell’acqua prevista per il 22 marzo 2023 e promossa dall’ONU) a margine del convegno che si è svolto ieri stamattina, presso Palazzo Senatorio in piazza del Campidoglio, sull’uso sostenibile dell’acqua in agricoltura, alla presenza di esponenti politici, professori universitari, ricercatori di fama internazionale ed imprenditori.
“L’agricoltura rappresenta il settore principale per il consumo dell’acqua, che si inserisce in un punto critico tra la disponibilità della risorsa idrica e la filiera produttiva e alimentare, con implicazioni sulla sopravvivenza stessa e sulla salute delle prossime generazioni. I cambiamenti climatici, e non solo la siccità – prosegue il Prof. Romano Spica – hanno posto all’attenzione di tutti un tema delicato che richiede consapevolezza, competenza e cooperazione. La tradizione rurale – precisa – deve certo conciliarsi con la realtà globalizzata, con il progresso tecnologico e l’innovazione incessante, ma occorre un equilibrio affinché questo processo non venga subìto, piuttosto condiviso e accompagnato. La scienza – spiega – offre strumenti per risparmiare l’irrigazione senza ridurre i raccolti, e conciliare le attività con energie rinnovabili. L’acqua è centrale in questo processo, è indispensabile alla crescita e fruttificazione delle piante, ma è anche la vittima predestinata d’ogni inquinamento, incluso fertilizzanti, pesticidi e diserbanti. Gli agricoltori e tutta la società devono partecipare attivamente a rinnovare le comunità di accesso all’acqua specie a livello locale, attraverso sinergie pubblico-privato, che tengano certo conto dei cambiamenti climatici e dell’innovazione, ma che anche guardino ad un autentico progresso culturale. Non c’è spazio per buonismi bucolici, occorre preparazione professionale. Auspichiamo dunque – conclude il Prof. Romano Spica – che proprio dagli agricoltori parta questo rinnovamento, che divengano i promotori di un processo che sappia gestire le sfide del III Millennio essendone parte attiva e non vittima illusa dai processi della globalizzazione. Questo convegno vuol essere un approfondimento che unisce mondi diversi: ricerca, imprenditoria, innovazione (tecnologia intelligente), e le istituzioni che collaborano per dare soluzioni strategiche per l’utilizzo sostenibile della risorsa idrica per il futuro”.