Nell’ambito del progetto Life, coordinato dal Crea in collaborazione con il Cnr, l’Enea, la società di consulenza Arianet, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Milano e l’Università politecnica di Madrid, è stato condotto uno studio con la finalità di progettare i parchi cittadini per ridurre il livello di inquinamento, alleviare le conseguenze dei cambiamenti climatici, scegliendo in fase di progettazione del verde pubblico gli alberi più adatti allo specifico contesto pedoclimatico urbano, ovvero quelli più capaci di trattenere il carbonio e le polveri sottili. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Atmosphere e promossi da Nature Italy.
L’ analisi del verde in fase programmazione permette di ponderare da un lato il miglioramento del microclima e il valore estetico offerto dalla vegetazione e dall’altro l’ausilio fornito dagli alberi nel migliorare la qualità dell’aria.
La ricerca in questo settore ha messo a disposizione informazioni indispensabili alla progettazione del verde con modelli sempre più efficienti, che simulano la rimozione di inquinanti atmosferici (polveri sottili e ozono) sulla base delle proprietà strutturali ed ecofisiologiche degli alberi e dei dati meteorologici.
I ricercatori hanno testato nelle città di Bologna e Milano, esposte ad alti livelli di inquinanti atmosferici, il modello Airtree (Aggregated Interpretation of the Energy Balance and Water Dynamics for Ecosystem Services Assessment) un modello multistrato unidimensionale che accoppia suolo, piante e processi atmosferici per prevedere gli scambi di anidride carbonica (CO2), vapore acqueo (H2O), ozono troposferico (O3), particolato (PM10 e PM2.5) e biossido di azoto (NO2) tra le foglie e l’atmosfera e li integra attraverso cinque strati per ottenere flussi a livello della chioma. Gli studiosi hanno realizzato mappe della vegetazione delle due città, integrando le immagini ad alta risoluzione dei satelliti Sentinel 2 dell’Agenzia Spaziale Europea con i dati sul verde urbano forniti dai municipi di Milano e Bologna.
Grazie all’integrazione di queste due fonti di dati, abbiamo ottenuto una copertura vegetale in questi Comuni pressoché completa – afferma Ilaria Zappitelli, ricercatrice del Crea Foreste e Legno e coautrice dello studio – e abbiamo inserito le mappe compilate nel modello AIRTREE”.
“Dopo aver simulato il più alto tasso di inquinamento nelle due città nell’ipotesi estrema di assenza totale di alberi – dichiara Alessandro Alivernini, ricercatore del Crea Foreste e Legno e coautore dello studio – abbiamo analizzato la capacità di assorbimento degli inquinanti atmosferici da parte delle diverse alberature presenti nei due tessuti urbani e abbiamo scoperto che quelle con il più alto tasso di assorbimento erano il bagolaro (Celtis australis), il platano comune (Platanus x acerifolia), l’olmo siberiano (Ulmus pumila) e la quercia rossa (Quercus rubra)”.
Il modello AIRTREE, che potrà essere reso disponibile a tutti, consentirà di pianificare il rimboschimento cittadino, adeguandolo alle caratteristiche specifiche del contesto ambientale e climatico.