lunedì, 18 Novembre, 2024
Lavoro

Quaresmini (Confesercenti): lavoratrici autonome e imprese, crescono le donne. Ma servono incisive misure di sostegno

L’impegno nella imprenditoria premia le donne. È record di lavoratrici in proprio che cercano spazi, migliori stipendi e un riconoscimento di ruolo. Così le donne guidano la ripartenza delle imprese e del lavoro autonomo. “In media, nel 2022, le lavoratrici indipendenti sono aumentate di 48mila unità rispetto all’anno precedente”, scrive la Confesercenti, “una crescita del +3%, oltre tre volte il +0,8% registrato dagli indipendenti uomini nello stesso periodo, anche se le donne costituiscono ancora solo il 31,2% dell’universo del lavoro autonomo”.

Imprenditrici in crescita

Ad aumentare, spiega la Confederazione, sono soprattutto le lavoratrici in proprio, che registrano un aumento di 36mila unità anno su anno. “Per la maggior parte si tratta di lavoratrici senza dipendenti (+31mila), anche se si rileva un incremento anche di quelle con dipendenti (+5mila)”, calcola la Confesercenti, sulla base di elaborazioni condotte su dati Istat, “Sempre di più anche le imprenditrici in senso stretto, che sono state in media 85mila nel 2022, circa 19mila in più rispetto all’anno precedente, e le collaboratrici (+13mila)”.

Le difficoltà di chi è sola

La Confesercenti esamina anche in altro aspetto, quello delle difficoltà. “Diminuiscono leggermente, invece, le libere professioniste (-8mila): a trainare la caduta, è però il mondo delle libere professioniste senza dipendenti (-17mila)”, rivela la Confederazione, “mentre quelle con dipendenti sono in ascesa (+9mila)”.

Segno di grande vitalità

“Dopo il periodo drammatico della pandemia, le lavoratrici indipendenti hanno mostrato di saper ripartire ancora più velocemente dei colleghi uomini. Un segno chiaro della vitalità di imprenditrici e professioniste, anche se purtroppo sono meno di un terzo del totale: la parità è ancora lontana”, rivela Barbara Quaresmini, presidente di Impresa Donna Confesercenti. “Per questo è importante intervenire con misure di sostegno più incisive a favore di lavoratrici autonome, professioniste e piccole imprenditrici. Serve un quadro più organico ed efficace di incentivi a sostegno della diffusione dell’imprenditoria femminile e della conciliazione vita-lavoro. Il Piano nazionale di ripresa dedica al tema molta attenzione, individuando risorse per favorire l’imprenditorialità femminile: è importante però intensificare le azioni se realmente si vorrà addivenire ad una parità a 360 gradi. Un vantaggio per tutti”, conclude Barbara Quaresmini, “un Paese con una partecipazione paritaria al mondo del lavoro non è solo più equo, ma è anche più capace di crescere e produrre ricchezza”.

 

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