mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Esteri

Crimea: scoperti i resti di un gigantesco Uccello Preistorico

Il ritrovamento dei fossili riguarda un uccello appartenente al genere dei “Pachystruthio dmanisensis”, un animale preistorico ormai estinto. La rivista scientifica “Journal of Vertebrate Paleontology”, ha reso nota la scoperta del volatile avvenuta in una grotta della Taurida, in Crimea. Inizialmente, si pensava appartenesse al genere Aepyornis, uccelli giganti del Madagascar mai trovati in Europa, per tale motivo è stato approfondito lo studio. Gli esperti, non ancora in grado di affermare se questo esemplare sia più strettamente imparentato con gli struzzi, sono riusciti a stimare con precisione le colossali dimensioni dell’animale: era alto 3,5 metri e pesava oltre 450 chilogrammi. Grazie ad uno dei pochi fossili rinvenuti, un femore, gli specialisti del gruppo hanno appreso molto della vita di questo antichissimo animale: esso non riusciva o correre veloce, ma era rapido e scattante; le sue dimensioni non gli consentivano il volo e con ogni probabilità il Pachystruthio dmanisensis visse in un’epoca in cui l’uomo aveva raggiunto l’Europa; inoltre, questo uccello, era in grado di cacciare. Gli studiosi sono riusciti a calcolare la datazione dei reperti fossili giungendo a una stima compresa fra gli 1,5 milioni e i 2 milioni di anni fa, un periodo che per l’uomo è il Paleolitico e per la storia della terra è il Pleistocene. Il gigantesco uccello ha fatto in tempo ad osservare i primi “Homo georgicus” (una specie intermedia tra Homo habilis e Homo erectus), a girovagare per le foreste Europee, e magari, ad essere cacciato ed ucciso proprio dagli Ominidi, che si assicuravano un’enorme riserva di carne. Certamente, la vita del Pachystruthio dmanisensis si concluse molto prima degli uccelli giganti del Madagascar, che furono avvistati le ultime volte fra il XVIII e il XIX secolo, o dei loro distanti cugini Moa, uccelli colossali vissuti sino almeno al XVII secolo in Nuova Zelanda. Le cause dell’estinzione del Pachystruthio dmanisensis non sono ancora note, ma gli studiosi anticipano che, come spesso accade, l’intervento umano potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nella scomparsa dell’animale.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Ucraina. L’Occidente non perda la concentrazione. I rischi del 2023

Tim Willasey-Wilsey*

Bombe ai confini con la Polonia. A Roma colloqui diplomatici Usa-Cina

Maurizio Piccinino

Putin, la finta paura per la Nato e il vero timore della democrazia in Ucraina

Gregory Sims*

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.