Disagi assistenziali e difficoltà organizzative che generano sicuramente problemi di salute e sicurezza sul lavoro ed incremento di esposizione a rischi stress lavoro correlato, si prospettano per genitori che fanno ricorso all’istituto di conciliazione famiglia-lavoro per le imminenti criticità evidenziate in un recente comunicato da Alleanza per l’infanzia ed EducAzioni attorno al sistema educativo 0-6 anni. Si teme che non venga data piena attuazione al PNNR in merito alla creazione di posti nido e che quindi in Italia non si raggiunga nemmeno l’obiettivo del 33% di partecipazione dei bambini/e tra 0 e 3 anni ai servizi educativi nei tre livelli: nazionale, regionale e sub-regionale.
Infatti, mentre la nuova Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea fissa l’obiettivo del 45% di copertura entro il 2030 per i bambini/e sotto i tre anni, l’Italia nei prossimi anni rischia di non realizzare – né a livello nazionale, né soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno – neppure quello del 33%, che era stato fissato per il 2010.
Occorre intervenire urgentemente per sostenere gli enti locali che sono in forte difficoltà nel reclutamento di figure professionali necessarie, migliorando le procedure per individuare e attrarre persone in possesso delle caratteristiche ricercate e in numero adeguato al fine di evitare ulteriori ritardi e scongiurare l’adozione di risposte emergenziali con gravi rischi per la qualità dei servizi.
I nidi non sono solo un importante strumento di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori di bambini/e piccoli, sono anche e soprattutto strumenti per promuovere lo sviluppo delle potenzialità di ciascun/a bambino/a, nella prospettiva di costruire una società più equa e inclusiva. Per questo devono essere diffusi capillarmente e resi accessibili, anche economicamente, a tutti i bambini/e a prescindere dallo status occupazionale dei genitori. Devono anche essere qualificati chiaramente come servizi educativi, con personale adeguato e professionalmente preparato. Infatti, elemento fondamentale per garantire la qualità dell’esperienza educativa dei bambini, oltre a spazi e arredi strutturalmente adeguati, progettati e allestiti con cura e attenzione, è proprio la presenza di educatori/educatrici e docenti adeguatamente qualificati.
In questa prospettiva, accanto al rischio di mancata piena attuazione del PNRR dal punto di vista della predisposizione di posti nido in numero sufficiente, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree interne, Alleanza per l’infanzia ed EducAzioni segnalano la necessità di prevedere la formazione di un numero adeguato di personale con la qualifica richiesta, che dal 2017 è la laurea universitaria triennale.
Occorre con urgenza formare nuove generazioni di educatori e docenti, perché nei prossimi 10 anni i pensionamenti dimezzeranno i docenti delle Scuole dell’Infanzia e gli educatori nei nuovi nidi, costruiti con i fondi PNRR, sono insufficienti. Si stima che per avere un personale in numero sufficiente per far funzionare i nuovi posti previsti dal PNRR occorrano almeno altri 32.000 educatrici/ educatori, oltre a quelli/e attualmente presenti.
È urgente una programmazione articolata e congiunta tra Atenei, Amministrazioni regionali e Enti Locali affinché vengano formati educatrici/educatori e docenti in numero corrispondente al fabbisogno previsto nei vari territori. Contestualmente sarebbe opportuno prevedere una formazione per gli educatori/educatrici dei nidi e i docenti della scuola dell’infanzia che rafforzi la costruzione di un percorso in continuità verticale dell’apprendimento del bambino/alunno nel segmento 0-6 anni.