Dal 2017, in tutto il mondo sono scoppiate più di 400 importanti proteste antigovernative. Non sorprende quindi che i “rischi politici e la violenza” siano tra i primi dieci pericoli segnalati dal nuovo rapporto di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS). La rabbia per la crescente ingiustizia sociale e il costo della vita, la sfiducia nelle istituzioni e la politica sempre più polarizzata, insieme all’aumento dell’attivismo e delle preoccupazioni ambientali, sono i principali fattori che alimentano scioperi, sommosse e tumulti popolari in tutto il mondo e le attività delle imprese possono subire gravi perdite di reddito causate dai danni materiali agli edifici o ai beni durante le manifestazioni.
I disordini si stanno diffondendo in modo più rapido e capillare grazie anche all’effetto catalizzatore dei social media. Ciò significa che possono essere colpiti più luoghi, con potenziali perdite multiple per le aziende. Inoltre, questi eventi durano più a lungo. Quasi un quarto delle 400 proteste antigovernative dal 2017 ha superato i tre mesi contribuendo a far lievitare i costi finanziari. I danni registrati da soli sei eventi di disordini civili in tutto il mondo tra il 2018 e il 2023 hanno provocato perdite economico-assicurative per almeno 12 miliardi di dollari. Nel rapporto, la squadra di AGCS evidenzia i cinque fattori principali alimenteranno l’attività delle proteste nel 2023 e oltre, ossia la crisi del costo della vita, la sfiducia nei Governi e nelle Istituzioni, l’aumento dell’attivismo e la preoccupazione per i cambiamenti climatici e ambientali.