domenica, 8 Settembre, 2024
Ambiente

Pioggia e neve non fermano la crisi idrica. Coldiretti: dopo il maltempo il Po risalito di un centimetro. Il fiume è a -3.2 metri

Neve, maltempo e pioggia non hanno ridato forza e portata al fiume Po. Ad esaminare le difficoltà è la Coldiretti che puntualizza come non di esca ancora da una pesante situazione di emergenza.“Pioggia e neve hanno fatto salire di appena un centimetro il livello del fiume Po che di appena un centimetro che resta a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate”, osserva la Confederazione che ha monitorato gli effetti della perturbazione nel weekend scorso con l’allerta della protezione di civile in ben 11 regioni, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Sicilia, Umbria a cui si aggiungono Marche, Puglia e Emilia Romagna.

Fiumi e laghi ancora in crisi

“Lo stato del più grande fiume italiano”, fa presente la Coldiretti, “è rappresentativo della situazione in cui si trovano i principali corsi d’acqua e laghi che restano con percentuali molto basse di riempimento per il periodo che vanno dal 36% del lago di Garda al 38% di quello Maggiore fino al 19% di quello di Como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico”.

Serve un mese di pioggia

L’arrivo delle precipitazioni, spiega la Confederazione, è importante per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili “ma ci vorrebbe oltre un mese di pioggia”, evidenzia la Coldiretti, “in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30% che sale addirittura al 40% nel nord Italia, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr”

Caldo e gelo, danni ingenti

A preoccupare è anche il brusco e improvviso abbassamento delle temperature ed il vento gelido. “Condizioni meteo che danneggiano le fioriture fuori stagione di mandorli, peschi e ciliegi, anticipate da settimane di caldo anomalo, con il rischio concreto della perdita dei raccolti. La natura è in tilt con le coltivazioni ingannate dal clima che”, sottolinea la Coldiretti, “si sono svegliate e predisposte alla ripresa vegetativa ma si registra anche la maturazione in anticipo delle primizie che sono ora particolarmente sensibili al freddo che si è abbattuto sulla Penisola”.

Clima agricoltura più esposta

Si tratta degli effetti del cambiamento climatico che, precisa la Coldiretti. “Si manifesta proprio con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. L’agricoltura”, conclude la Coldiretti, “è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2022 i 6 miliardi di euro”.

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