Cresce la preoccupazione riguardo siccità che sta colpendo varie zone del nostro Paese e tra le regioni più problematiche c’è il Trentino-Alto Adige. Il vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento Mario Tonina ha inviato un appello rivolto a tutta la comunità durante il sopralluogo alla diga di Santa Giustina in val di Non, il più importante bacino del Trentino, che vive una situazione di siccità critica ed è fonte di riserve preziose per agricoltura ed energia.
La quota attuale del lago artificiale, infatti, è inferiore di 30 metri rispetto ad un livello ottimale estivo, che in quel periodo deve essere mantenuto comunque a non meno di 510,00 metri. “Siamo in una fase critica per tutti i bacini idrici trentini, a causa della poca neve e pioggia caduta nei mesi scorsi e della scarsità di manto bianco sulle montagne. Difficoltà oggettive destinate ad aggravarsi se non ci saranno abbastanza precipitazioni nei prossimi mesi. Le nostre grandi riserve idriche, che garantiscono i fabbisogni per l’agricoltura e la produzione idroelettrica, sono in difficoltà. Le soluzioni non sono facili da trovare, ma quello che possiamo raccomandare da subito, rinnovando l’appello dell’estate 2022, è il risparmio. Un messaggio ai cittadini, alle imprese, anche ai Comuni a cui torneremo a rivolgerci con una lettera, per promuovere i comportamenti consapevoli nell’utilizzo di questa risorsa sempre più preziosa. L’impegno passa dalle azioni quotidiane di ognuno di noi”, ha detto Tonina.
A queste condizioni, dato che in montagna è presente metà della risorsa idrica nivale (ovvero la quantità di acqua allo stato solido immagazzinata nella neve) rispetto alle medie delle stagioni passate, sarà difficile raggiungere il livello di riempimento previsto dai vincoli della concessione, senza procedere nel mantenere sospesa ad esempio la produzione idroelettrica; infatti la centrale di Taio, da dicembre scorso, turbina i quantitativi di acqua solo per rispondere alle esigenze di regolazione della rete elettrica. Un elemento, quello della risorsa idrica nivale, confermato nel sopralluogo sul ghiacciaio del Mandrone (Adamello) compiuto dal direttore di Meteotrentino Mauro Gaddo. Sempre a Santa Giustina, al momento, è presente un volume d’acqua di 39 milioni di metri cubi corrispondente al 30 % della capacità utile operativa: dato di gran lunga inferiore rispetto al dato medio di 69 milioni di metri cubi registrato negli ultimi dieci anni in questo stesso periodo.
Anche il Trentino, assieme ad altri territori, soffre la situazione di scarsità idrica, visibile presso i grandi laghi d’Idro e Garda. I dati forniti da Aprie danno il quadro aggiornato. Il volume utile complessivo degli invasi artificiali delle 14 grandi dighe idroelettriche trentine (Santa Giustina, Careser, Pian Palù, Pra da Stua, Speccheri, San Colombano, Stramentizzo, Forte Buso, Val Noana, Schener, Costabrunella, Ponte Pià, Bissina, Boazzo) è di 348 milioni di metri cubi. Cifra che sale a 407 milioni di metri cubi contando anche i 59 milioni di metri cubi dei laghi naturali (Molveno, Toblino, Cavedine, Ledro) regolati artificialmente per mezzo delle derivazioni. Ad oggi, questi grandi bacini sono riempiti di acqua per 141 milioni di metri cubi, di cui 102 riferiti ad invasi artificiali e 39 riferiti a laghi naturali regolati.
Il riempimento complessivo medio è dunque pari al 34%; nello specifico il riempimento medio è pari al 29% per i già menzionati invasi artificiali e pari al 53% per i laghi naturali regolati. Si osserva poi come il grado di riempimento complessivo odierno per gli invasi artificiali considerati più significativi risulti inferiore del 37 % rispetto al corrispondente dato medio storico, registrando – sui singoli invasi – percentuali variabili tra l’11% e il 44%. Significativo è che gli invasi più capienti sono quelli che più si discostano dal grado di riempimento medio storico.