Mentre Ron DeSantis non scioglie la riserva sulla sua candidatura alle presidenziali 2024, dal partito repubblicano parte la prima sfida all’ex Presiodente Donald Trump, Nikki Haley, ex governatore della Carolina del Sud ha annunciato, martedì, ha annunciato la propria campagna verso la nomination per la Casa Bianca.
Haley, che dovrebbe pronunciare mercoledì il discorso di apertura della campagna a Charleston, ha ricoperto il ruolo di Ambasciatrice alle Nazioni Unite per due anni durante l’amministrazione Trump, “È tempo per una nuova generazione di leadership – ha dichiarato Nikki Haley in un video pubblicato sui social – riscoprire la responsabilità fiscale, proteggere i confini e rafforzare il nostro Paese ed il nostro orgoglio”.
L’ex Ambasciatrice ha accusato la sinistra socialista mondiale di rappresentare un pericolo per il presente e per il futuro. “Cina e Russia sono in marcia – ha ostenuto nel video – Pensano che possiamo essere presi a calci. Io dico loro: non sopporto i bulli”. Nikki Haley dovrebbe iniziare un tour esplorativo che dovrebbe toccare il New Hampshire e l’Iowa, in linea con il percorso seguito da Trump che, dopo l’annuncio della sua candidatura lo scorso novembre, si è recato, oltre che nel New Hampshire, anche nella Carolina del Sud, Stato di origine della sua rivale. Haley proviene da quella fascia di candidati provenienti dal Tea Party, anti-establishment che entrò in carica, come lei, bnel 2010, quando venne eletta governatore dello Stato della South Carolina all’età di 38 anni. Figlia di immigrati indiani, è cresciuta nelle zone rurali di Bamberg, affrontando in giovane età il razzismo.
Questo le conferisce credibilità su questioni come la razza e genere, su cui i repubblicani fanno fatica a confrontarsi con gli elettori. Profondamente critica nei confronti di Trump, durante la sua prima candidatura alla Casa Bianca, ha comunque accettato un ruolo nel suo gabinetto poco dopo la sua elezione. L’ambasciata delle Nazioni Unite ha rafforzato le sue credenziali di politica estera mentre gli Stati Uniti sanzionavano la Corea del Nord e si ritiravano dall’accordo sul nucleare iraniano.