L’oceano svolge un ruolo fondamentale nel frenare il cambiamento climatico. Come le foreste e le zone umide, ricicla naturalmente l’anidride carbonica dall’atmosfera su vasta scala. La Planetary Technologies, una startup canadese, sta tentando di sfruttare e accelerare questo potenziale aggiungendo polvere antiacido nell’oceano.
Per l’azienda, teoricamente, alterando la chimica dell’acqua di mare, la superficie dell’oceano potrebbe assorbire molto più carbonio atmosferico di quanto non faccia naturalmente. L’azienda sta sviluppando un sistema che trasformerebbe i prodotti di scarto delle miniere chiuse in polvere alcalina. L’immissione nell’acqua avverrebbe attraverso i tubi esistenti per il trattamento delle acque reflue o degli impianti energetici, per evitare di dover costruire nuove infrastrutture.
La tecnica fa parte di un numero sempre più crescente di strategie, nella lotta contro il cambiamento climatico, volte a sfruttare un oceano che copre il 70% della superficie terrestre, Nel 2021, le National Academies of Science hanno pubblicato uno storico rapporto per sostenere ulteriori ricerche sui metodi di rimozione del carbonio negli oceani. Questo, alla luce del crescente consenso scientifico sul fatto che la riduzione delle emissioni, da sola, non sarebbe sufficiente ad evitare gli effetti devastanti del cambiamento climatico.
Il rapporto evidenziava ogni elemento; dall’allevamento di alghe su larga scala ai laser sparati per modificare elettronicamente la chimica dell’acqua, pur riconoscendo che la ricerca sulla fattibilità e sui potenziali compromessi di queste strategie è, nella migliore delle ipotesi, appena nascente. Scott Doney, professore di scienze ambientali presso l’Università della Virginia, ha dichiarato: “Se vogliamo prendere decisioni sul futuro dei nostri oceani e del clima, dobbiamo completare alcune ricerche molto critiche nel prossimo decennio”.
La Planetary Technologies non è la sola a porsi questo scopo. Un’ulteriore startup intende spargere minerali macinati sulle spiagge di Long Island e dei Caraibi, nella speranza che gradualmente vengano lavati via e alcalinizzino le spiagge. Un altro metodo apparentemente valido prevede l’utilizzo di tubi sottomarini per pompare acqua ricca di nutrienti dalle profondità dell’oceano per promuovere la crescita del fitoplancton in superficie.