Dottor Fabrizio Molina lei è il Coordinatore della lista civica per “Francesco Rocca, Presidente”, ed ha una grande responsabilità, quella di portare al successo – con le altre liste – un candidato che raccoglie entusiasmo e consenso dei cittadini del Lazio. Si aspettava questa attenzione da parte degli elettori verso Francesco Rocca?
Onestamente sì. Conosco Francesco Rocca da trent’anni, conosco il suo coraggio, la sua umiltà, la capacità di pensare in grande. E l’attitudine involontaria a stabilire empatia, far esplodere entusiasmi. Ha dato una casa politica a chi non ne aveva una o l’aveva persa. Non ha lasciato che la gente andasse a lui, lui sta tra le persone. Come sempre.
Francesco Rocca è personaggio che ha fatto dell’iniziativa sociale e di solidarietà un punto di riferimento. Questi valori sono ancora importanti in una competizione elettorale così partecipata e vissuta?
Sono la base della vita civile, della relazione tra le persone; quel sentire dentro di noi le gioie i dolori, le preoccupazioni e le angosce dell’altro. La politica è l’apoteosi di tutto ciò. Quando Paolo VI diceva che la politica è la suprema dimensione della carità, credo intendesse questo. Parafrasando Martin Luther King, se la politica non sa capire cose affligge le persone e i tuguri che ne appesantiscono l’anima, essa è socialmente moribonda. Per questo Rocca propone una idea ambiziosa, quella della progettazione del futuro che sia attenta verso tutti. Dobbiamo fermare l’emarginazione per creare spazi di vita, di coinvolgimento e di crescita economica per le imprese.
L’impegno dei candidati sono il valore aggiunto della lista del presidente Rocca. Lei che è il coordinatore della lista può dirci come la Regione Lazio si avvarrà di queste competenze e professionalità?
Come dice spesso Francesco, la Lista civica è venuta per restare. Non è un comitato elettorale, né un insieme occasionale di persone ma un soggetto politico. Lo spazio che avrà non sarà quello che le darà la Regione ma quello che saprà conquistarsi da sé. Siamo stati capaci di trasformare 50 estranei di valore in un gruppo politico assolutamente coeso. Il tutto in un mese e mezzo. Riporteremo al voto persone che senza di noi non avrebbero votato. Una responsabilità enorme a cui dovremo di mostrare di essere adeguati. Queste competenze saranno poste a disposizione della istituzione Regione, delle imprese, dei giovani, delle donne, dei lavoratori che siano dipendenti o autonomi. Vogliamo sostenere chi crede nel futuro e nella straordinaria efficacia della buona e bella politica.
Lei ha avuto parole dure verso quanti hanno diffuso inesattezze e accuse infondate nei confronti del candidato presidente Rocca. Lei come coordinatore ha ribadito che la sfida elettorale va fatta sui programmi concreti e non sulle promesse. Può dirci allora alcune delle priorità di Francesco Rocca per il futuro della Regione Lazio?
Partiamo dalla seconda parte della sua domanda: sanità accessibile e costruita sulle cittadine e sui cittadini, sulle loro esigenze, i loro bisogni. La sanità dimenticata delle Province del Lazio che, in 10 anni, hanno visto calare gli ospedali da 72 a 56, senza avere nulla in cambio, né assistenza, né servizi di prossimità. Poi gli investimenti, la viabilità. Il sostegno alle imprese e dunque al lavoro per i giovani, che hanno bisogno di tutto ma non di elemosine. Per quanto riguarda poi la mia “durezza” come dice lei: sì, sono stato e sono chiaro. Non permetterò che gente per bene con lavoro, reputazione e serietà da difendere, vengano offesi dai rantoli di chi sa che ha perso e imbastisce spettacolini da circo di periferia. La politica deve rimanere seria, combattuta ma sempre leale.
I temi proposti da Francesco Rocca per il Lazio sono lavoro, sviluppo, sanità. Impegno per i giovani e gli anziani. Ma c’è un tema in particolare che lei ritiene strategico per una Regione così importante per l’Italia?Le sembrerò patetico e crepuscolare ma la prego di credere: Francesco Rocca vuole sì fare le cose ma soprattutto ridare speranza. In una battuta del film Le ali della libertà c’è una battuta semplice e fortissima: la speranza è una cosa buona. Lo credo profondamente. Credo anche che un refolo di vento si stia alzando finalmente; la bonaccia ci ha disperso al largo, ora le nostre vele possono gonfiarsi e, finalmente, riprendere il viaggio. Lo spazio che la regione Lazio ha davanti è enorme. Possiamo crescere in tutti i settori, dalla piccola impresa alla cultura, dalla ricerca all’industria. Questa è la visione di Francesco Rocca, alzare il livello delle scelte e delle realizzazioni.
Infine tra le tante testimonianze di adesione e affetto verso il presiedente Rocca, vuole raccontarcene una in particolare, quella che l’ha maggiormente colpita?
Eravamo in provincia a fare campagna elettorale. Una signora decisamente anziana si è avvicinata, lo ha baciato e in dialetto stretto gli ha detto qualcosa del tipo: “Fai quello che hai sempre fatto e per me va bene. Mi fanno male le gambe, non voto più da tanto tempo per questo. Ma per te stavolta esco e vado a votare”. Più che un messaggio di affetto, una vera poesia. È il desiderio travolgente di partecipazione per fare del Lazio una regione forte, libera, giusta e, soprattutto, attenta a tutti i suoi cittadini.