Durante il convegno “ESG: la nuova sfida delle società quotate italiane. La rendicontazione non finanziaria: lo stato dell’arte e le prospettive”, il presidente del Cnel Tiziano Treu ha ribadito che l’Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi Ue nella implementazione di politiche a supporto delle imprese per lo sviluppo sostenibile e più in generale della sostenibilità del sistema economico-produttivo e anche sulle pratiche di rendicontazione non finanziaria. “Gli impegni complessi e irraggiungibili della transizione ecologica e di quella digitale, con quest’ultima che va per conto suo, pongono grossi problemi soprattutto per le imprese. Il PNRR può rappresentare una grande opportunità. Così come accaduto per gli indicatori BES, ideati da CNEL e Istat, e più recentemente per gli SDGS, è urgente favorire l’adozione dei criteri ESG, per le società quotate innanzitutto ma anche le piccole e medie imprese”, ha affermato Treu. “È, infatti, ormai diffusa la consapevolezza della necessità di un nuovo modello di sviluppo più inclusivo, che non si soffermi solamente sui fondamentali economici e di business, ma che si ispiri a standard come l’impatto ambientale, la responsabilità sociale, le buone pratiche di corporate governance. Sostenibilità significa essere attenti all’impatto ambientale, ma anche a quello sociale, cioè favorire la parità di genere, l’occupazione giovanile, l’equo compenso, più in generale rispettare i diritti umani e sostenere la tutela dell’ambiente e rendicontare i progressi in maniera trasparente. Questa è la linea anche della direttiva sulla due diligence approvata dal Parlamento europeo”, ha aggiunto.