venerdì, 15 Novembre, 2024
Esteri

Gli ayatollah mettono le manette ai sentimenti dei giovani

Iran: 10 anni di carcere a due fidanzati: ballavano insieme

Avere vent’anni è scoprire l’amore, fare esperienza di come può sentire il proprio cuore, quali emozioni alzano e abbassano il petto. L’amore dei vent’anni è quanto di più sia legato alla sensazione di esistere, speso attraverso sentimenti assoluti che governano e che, via via, esistendo impariamo a riconoscere e, per quanto possibile, gestire. Ma tutti, a qualsiasi età, ogni tanto ricordiamo quella trepidazione di vita intera e potente come le maree che abbiamo provato la prima volta che l’amore ci ha attraversato anima e pelle. La letteratura mondiale di ogni tempo ha cantato questo amore, che è vita che esprime la sua potenza. La poesia persiana vanta una grandissima letteratura che celebra l’amore, che è vita, come i versi della più grande poetessa persiana del ‘900, Forough Farrokhzad.

Ma da quando il regime degli Ayatollah è salito al potere l’amore è diventato un crimine e l’assassinio uno “strumento di Dio”. Mai si è visto bestemmiare così ampiamente e diabolicamente la vita come adesso:
una coppia di fidanzati, Astiazh Haqiqi, 21 anni e il suo fidanzato, Amir Mohammad Ahmadi, 22 anni , sono stati accusati da un tribunale iraniano di “incoraggiamento alla corruzione e alla prostituzione”, “socialismo e collusione con l’intenzione di interrompere sicurezza nazionale” e “attività di propaganda contro il regime”.

Arrestati a novembre, dopo aver pubblicato un video sui loro account Instagram, sono stati condannati ora a 10 anni di prigione ciascuno, oltre alla chiusura dei loro social. La loro colpa? Aver ballato insieme sotto la Torre Azadi a Teheran.
Nel video si vedono due ragazzi che si tengono per mano, accennano qualche passo di danza, si abbracciano: cose che fanno bene al cuore, cose già attentate da tempo, sorte, fragilità e egoismi; cose che se resistessero renderebbero il mondo un posto migliore da vivere. Invece questo loro gesto di vita, che è movimento e incontro, è stato pagato con lacrime di sangue e con il furto assassino di 10 anni della loro vita. Giovinezza appena sbocciata e strappata dagli artigli del potere. Ammesso che escano un giorno di prigione, cosa resterà di quei due
ragazzi che ballavano di sera sotto una torre che porta, tradotto, il nome di libertà? Fantasmi, stuprati irreversibilmente. E il loro amore?
Riusciranno anche solo a guardarsi o il male e i suoi sicari avranno fatto bene il suo lavoro e si odieranno per aver amato? Distruggere ogni ipotesi di bene nell’animo di un essere umano è quasi peggio che ucciderlo.

Ricordo che il governo iraniano controlla capillarmente i social della sua popolazione e vorrebbe addirittura la possibilità di accedere ai messaggi che vengono scambiati internamente su Instagram, WhatsApp e
altre reti simili. Issa Zarepour, ministro delle comunicazioni iraniano, ha dichiarato: “Accogliamo con favore l’attività di qualsiasi piattaforma straniera in Iran, a condizione che almeno aderisca alle proprie regole”.

  La Repubblica islamica dell’Iran ha recentemente intrattenuto una corrispondenza con la società Meta, proprietaria dei social network Instagram e WhatsApp messenger. Secondo il ministro iraniano delle comunicazioni, per evitare che Instagram e WhatsApp vengano filtrati, Meta Company deve introdurre un rappresentante in Iran e aderire alle
normative iraniane. Respingendo la richiesta del governo iraniano di nominare un rappresentante, un portavoce di Meta ha detto alla BBC Farsi: “Ci opponiamo fermamente agli sforzi delle autorità per interrompere il collegamento tra il popolo iraniano e il resto del mondo”. Il portavoce di Meta ha aggiunto che l’azienda è orgogliosa che le persone in tutto il mondo stiano utilizzando le reti e i programmi dell’azienda per “documentare e supportare le proteste in corso”.

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