Un’inchiesta pubblicata dalla testata The Insider ha recentemente svelato che, nonostante le sanzioni europee sui vini pregiati, Mosca continua ad acquistare centinaia di bottiglie al prezzo di decine di migliaia di dollari ciascuna. Alexey Repyk, un amico della figlia di Putin, Ekaterina Tikhonova, in base a quanto rivelato dall’inchiesta, sarebbe coinvolto in questo lucroso business.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’UE ha introdotto un divieto per la Russia di importare vini di valore superiore ai 300 euro a bottiglia. A differenza dell’embargo totale imposto dall’Australia e dagli Stati Uniti, la misura europea sembrava una restrizione simbolica, perché la quota di tali vini era inferiore all’1% del volume totale delle spedizioni in Russia. In realtà, questa misura ha portato alla comparsa di importazioni ombra.
I vini più rari, che non sono più disponibili per la vendita al pubblico dopo la guerra, si possono trovare nei ristoranti di proprietà di Repyk e del suo socio Ivan Sibirev, il top manager delle aziende dell’oligarca Gennady Timchenko, amico intimo di Putin.
Alla fine dello scorso anno, la poco conosciuta azienda Ryatiko, appartenente al proprietario del colosso farmaceutico R-Pharm, Alexey Repyk, ha importato in Russia alcuni dei vini tra i più costosi al mondo. Quasi duecento “etichette” tra le più rare, per un totale di 800 bottiglie, sono arrivate in Russia eludendo le sanzioni UE.
Gli amanti del vino del Cremlino non sarebbero stati in grado di acquistare vino senza l’aiuto delle aziende europee che li hanno aiutati ad aggirare le sanzioni. Il fatto che Ryatiko LLC si sia avvalsa dei servizi di un intermediario europeo, che l’ha aiutata nella raccolta degli ordini da diversi produttori e nella preparazione dei documenti necessari è confermato da diversi elementi. Tutte le consegne di vini d’élite sono state effettuate in base al contratto (il numero n. 12/6/22 del 06/12/2022). Parallelamente, è stato effettuato il pagamento di vini di decine di produttori diversi su due fatture (la n. 2 del 30/06/2022 e la n. 3 del 12/08/2022). Probabilmente, la stessa società intermediaria ha inviato i campioni al laboratorio SAS SOFRALAB di Bar sur Seine, 1 bis avenue Paul Portier BP 46, che nei giorni 03 e 05 giugno ha rilasciato certificati di analisi per tutti i vini acquistati dalla Ryatiko. Queste circostanze confermano che la società russa per organizzare gli ordini e preparare i documenti ha dovuto necessariamente avvalersi di qualche società compiacente.
La stragrande maggioranza delle forniture di alcolici importati in Russia passa attraverso gli Stati baltici. Le regole di sdoganamento richiedono che i bolli di accisa sui prodotti alcolici siano apposti prima dell’importazione nel territorio della Federazione Russa. A tale scopo, la maggior parte degli importatori affitta appositi depositi in Lettonia, Lituania ed Estonia, dove i bolli di accisa e le controetichette russe sono incollati sulle bottiglie importate. Questo schema si è però rivelato utile per eludere le sanzioni, in quanto rispettabili produttori europei spediscono merci in Europa e l’intero rischio di elusione delle sanzioni ricade sulle società intermediarie.
In che modo la dogana passa il vino sanzionato? Per gli investigatori di The Insider, Ryatiko ha utilizzato uno schema creativo: 22 lotti dei vini più costosi sono stati importati come campioni per la certificazione. La dimensione di tali importazioni però supera notevolmente il limite fissato dalla norma pari a “non più di 2,5 litri di ciascuna denominazione”.
La seconda opzione è stata quella di utilizzare società intermediarie europee che possono ottenere vino da un produttore europeo a un prezzo di mercato, per poi “correggerlo” per l’acquirente russo. In questo modo il prezzo è stato fittiziamente abbassato al di sotto della soglia di 300 euro a bottiglia, aggirando l’embargo.
La terza opzione è stata quella di organizzare un trasferimento fittizio attraverso il territorio della Russia verso altri Paesi dell’unione doganale. Ad esempio, l’acquirente del carico sulla carta può essere una società kazaka, la cui consegna verrà effettuata attraverso la Russia. Durante il transito attraverso il territorio russo, il destinatario kazako rifiuta il carico e i documenti vengono riemessi all’acquirente russo.
Occorre impedire, attraverso maggiori controlli, che questi imprenditori spregiudicati continuino a prendersi gioco delle istituzioni europee, aiutando i russi ad aggirare le sanzioni.