Dare valore alla natura deve essere un impegno di tutti, in primis delle istituzioni. È il messaggio emerso nel corso dell’incontro “Valore Natura”, organizzato da Marevivo e Wwf a Roma, focalizzato su temi riguardanti il ruolo delle Aree Protette.
Nel corso dell’incontro è stato sottolineato come l’obiettivo comunitario della tutela estesa al 30% del territorio e del mare rivesta anche un’importante opportunità di carattere economico e di funzionalità rispetto al contrasto al cambiamento climatico. Nonostante sia un importante provvedimento dell’Europa e uno dei target fondamentali su cui i Governi europei dovranno lavorare per raggiungere l’obiettivo del 30% di territorio protetto entro il 2030, la Strategia europea per la Biodiversità continua ad essere un oggetto misterioso per l’opinione pubblica italiana.
In un recente sondaggio realizzato da EMG per il centro Studi del WWF Italia, illustrato dall’amministratore delegato e Partner di EMG Different Fabrizio Masia nel corso dell’incontro, infatti, il 90% dei cittadini non è a conoscenza del fatto che l’Unione Europea ha varato una strategia per arrivare entro il 2030 al 30% di territorio e mare protetti di tutta Europa. Inoltre, l’86% dei cittadini dice di non essere a conoscenza della riforma costituzionale del 2022, che ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana inserendo la tutela della biodiversità e degli ecosistemi all’interno dei suoi principi generali.
Il 45% dei cittadini pensa che il nostro Paese non stia facendo abbastanza per raggiungere questo obiettivo europeo e gli intervistati ritengono che lo Stato (47% citazioni) e le Regioni (24% citazioni) dovrebbero essere i soggetti in prima linea per centrarlo. La percezione dell’opinione pubblica è che non si stia facendo abbastanza per la tutela dei processi naturali e delle aree protette (54% poco + per nulla) e il 77% degli intervistati è molto/abbastanza favorevole a destinare maggiori risorse alla difesa della natura.
Il 75% (8 italiani su 10) pensa che lo Stato dovrebbe impiegare maggiori risorse rispetto a quanto ha fatto fino ad oggi sulla tutela delle Aree protette e della natura in generale. Dalla ricerca emerge poi che nonostante una buona conoscenza di parchi nazionali e regionali, l’86% dice di conoscerli (percentuali che scendono al 56% per le aree della Rete Natura 2000), siano pochi gli italiani che li frequentano. Solo l’8% sostiene, infatti, di aver visitato nel 2022 un parco nazionale; stessa percentuale per coloro i quali hanno visitato un parco regionale.
WWF e Marevivo, anche con un documento presentato nel corso dell’incontro, hanno sottolineato come l’attuale sistema veda le Aree Marine Protette relegate ad una sorta di Serie B con strumenti e ruolo diversi rispetto a quelli garantiti alle aree protette terrestri. ‘Le aree marine protette in Italia sono 29, più 2 parchi sommersi, ma in pochi conoscono la loro importanza’, ha dichiarato Rosalba Giugni, presidente Marevivo, che aggiunge: “Pur trattandosi di un numero significativo, la percentuale di acque territoriali protette in modo efficace è lontana da quella prefissata al 2030, che prevede un’estensione del 30% rispetto a quella attuali. Considerando che il mare protetto ad oggi ricopre solo il 13,4% e che di queste solo lo 0,01% risulta con livello di protezione integrale e che i fondi stanziati per le AMP sono pari a 7.000.000 di euro annui, corrispondenti a un decimo di quelli garantiti ai parchi terrestri, Marevivo chiede interventi concreti per migliorare la gestione e la tutela del nostro immenso patrimonio marino’.