L’ONU ha reso noto che il buco nello strato di ozono, un tempo il pericolo ambientale più temuto per l’umanità, dovrebbe essere completamente sparito nella maggior parte del mondo entro due decenni, grazie all’azione decisiva da parte di molti Governi nell’eliminare gradualmente le emissioni di sostanze inquinanti che riducono lo strato.
La perdita dello strato di ozono, che ha rischiato di esporre le persone ai dannosi raggi ultravioletti del sole, è sulla buona strada per essere completamente recuperata entro il 2040 in gran parte del mondo, mentre si ricreerà completamente entro il 2045 sull’Artico ed entro il 2066 sull’Antartide. Durante le osservazioni è stato infatti confermato che il buco dell’ozono che si forma ogni anno sopra l’Antartide continua a ridursi. Quest’anno, tra il 7 settembre e il 13 ottobre, ha raggiunto i 23,2 milioni di chilometri quadrati, un’area leggermente inferiore a quella dell’anno precedente che conferma il trend di chiusura osservato negli ultimi vent’anni.
I dati, ottenuti grazie ai satelliti della Nasa e dell’agenzia statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), mostrano anche che l’eruzione del vulcano Hunga Tonga nell’Oceano Pacifico, avvenuta a gennaio 2022 e che si temeva potesse influire negativamente sulla dimensione del buco, non sembra aver prodotto conseguenze. Lo stesso non era avvenuto nel 1991, con l’eruzione del Vulcano Pinatubo nelle Filippine, che aveva invece amplificato l’esaurimento dello strato di ozono a causa delle notevoli quantità di anidride solforosa rilasciate.