Oltre il 35% dei bambini e dei ragazzi con disabilità ha subito almeno un episodio di violenza di tipo fisico, emotivo, sessuale, psicologica o verbale da quando utilizza i social, i servizi di messaggistica o i giochi online. È quanto emerge dall’indagine realizzata dall’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche e cyberbullismo (Di.Te).
Nel mirino dei bulli e dei cyberbulli c’è soprattutto chi è affetto da disturbi mentali (39%) e difficoltà cognitive (31%). Limitazioni fisiche e malattie croniche invece rappresentano il 30% del campione dei soggetti che vengono aggrediti su internet. “Dilagano abusi e dipendenze web: non basta condannare, serve formazione obbligatoria a scuola”, chiarisce lo psicologo Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Di.Te. e responsabile del portale dipendenze.com.
“I risultati dimostrano ancora una volta che il web non è un posto per bambini e che bisogna attivare un ‘patentino digitale’, previa formazione, per creare consapevolezza in bambini e genitori prima dell’acquisto dello smartphone è necessario portare in aula l’educazione alla salute e alla prevenzione, informando anche sui pericoli e le opportunità del web. Deve essere materia obbligatoria e con pari dignità delle altre”, precisa Lavenia