sabato, 16 Novembre, 2024
Cultura

Dicò, l’arte che brucia e impreziosisce

Intervista all'artista romano amato dai dividi Hollywood

Maestro Enrico, in arte Dicò, ci racconti della sua formazione e delle fonti della sua ispirazione.
La formazione è un’arte che comincia da piccolo. Ho avuto la fortuna di essere predisposto per l’arte: ero bravissimo in disegno da bambino e ben 13 anni fa, in un momento molto particolare della mia vita, è sbocciata questa meravigliosa passione tra me e l’arte. Una plastica che involontariamente, con un accendino ho acceso ripetutamente ha generato una combustione, una bruciatura che scendeva sul pavimento, l’ho girata involontariamente, e si è create questa scultura. Da lì è venuta fuori la prima Marilyn, opera presentata per i cinquant’anni della morte di Marilyn Monroe a una galleria importante di Roma, la Ca d’Oro, dove è stata scelta insieme agli artisti più grandi al mondo per poter essere presentata per il 50.º anniversario della sua morte a Miami. L’opera presentata con un diamante nero di dieci carati e con la combustione che la caratterizza, è divenuta un’icona resa eterna con questi giochi di colori di bruciature di vissuto. Questo lavoro ha avuto un successo pazzesco in America e lo considero l’incipit da cui è partita la mia vita artistica.

Dopo la Marylin, ho rappresentato molte figure iconiche partendo da Gandhi, Popeye, continuando a Joker, David Bowie e Albert Einstein: ogni personaggio ha dato lasciato in me un segno indelebile.

Lei è un artista molto attivo sul mercato americano ed è definito un po’ la star della pop art in quanto amico di molti attori noti come Sylvester Stallone, che è stato ospite del tuo studio. Significativo che attori e grandi registi, quando vengono a Roma, trovino un punto di riferimento in galleria, qui a Piazza de Ricci.
Io dico sempre che l’America è un Paese basato sulla meritocrazia: se sei bravo, se hai talento non devi avere un nome alle spalle. Infatti mi chiamavano il figlio di nessuno e da Morgan Freeman, Dustin Hoffman, Lionel Richie, Sylvester Stallone, Penelope Cruz, Javier Bardem, Keanu Reeves sono molto apprezzato come artista e con i quali successivamente è nata un’amicizia.

La peculiarità delle sue opere, oltre alle bruciature, è anche la presenza dei led.
Questa è la seconda fase di Dicò: l’evoluzione mi ha portato a illuminare queste opere: con l’esaltazione della luce sotto plastica bruciata e con punti di colore indefinito, il risultato è una luce magnetica. Sono molto soddisfatto in quanto sono nelle case top al mondo di collezionisti e sono di fianco a opere di grandi maestri, internazionali, quali Fontana, Picasso, Andy Warhol.

Seppur si tratti di un’opera molto piccola, ha catturato la mia attenzione quella in cui il dollaro è fissato con il chiodo.
È una serie molto iconica: ho dovuto mantenere la moneta più importante al mondo, il dollaro appunto, in momenti particolari, tipo le varie crisi. Sono opere che hanno fatto il giro del mondo; una di queste è stata regalata a Dustin Hoffman il quale è rimasto particolarmente colpito.

In molte sue opere viene messo in risalto la sua grande fede. Ricordo ad esempio l’Ultima Cena.
Esatto, ho una grande fede che sarà raccontata in un documentario che stanno girando: il tutto legato a dei momenti personali importanti che per fortuna ho superato e l’arte mi ha salvato la vita. Mi sono legato alla guarigione, all’emozione, alla cura dell’arte. E quando entro nel mio labirinto di un’opera in un momento particolare, non è sicuro fino a che non è finita.
Sempre in nome della mia fede, ho donato delle opere al Pontefice Papa Francesco: si tratta di un’interpretazione personale del Cristo.

Alcune opere rappresentano le varie fasi della tua vita più importanti.
L’opera di cui parla è nascosta, ben curata perché un’emozione in quanto quando scrivi delle cose di dodici anni fa e le leggi oggi e sono sempre presenti. L’arte è un segno molto forte sia nella vita di un artista che l’interlocutore che può essere un cliente o appassionato. L’arte ha un significato molto intimo quando riesce a lasciare un segno profondo; ciò si riesce se dietro quell’opera c’è un artista che ha delle cicatrici e dei segni profondi. E non è un gioco o un divertimento, un tiro di colore fluo, un pennello. Secondo me in ogni opera ci deve stare una storia.

Perché impreziosire oggetti, già importanti, come a esempio gli orologi?
È un progetto nato con un gioielliere importante di Roma, Bonanno. Abbiamo fatto insieme un Daytona nero pointer, pezzo unico 001 molto, molto bello e complesso; sono lavori molto limitati in quanto il segreto è fare poche cose, ma buone e non inflazionate perché c’è il collezionista desidera l’esclusività.

Ha altre iniziative con dei brand?
Per adesso stiamo chiudendo l’accordo con Amaro Lucano per fare delle etichette esclusive nel mondo e saranno lanciate da Amaro Lucano nel 2023. E son certo sarà un grande successo.

Enel settore  all’abbigliamento?
Ho realizzato dei capi in pelle che indosso io o attori hollywoodiani: per me l’arte è anche impreziosire oggetti e accessori con dei tocchi che posson esser riconosciuti.

Come artista storicizzato a chi si sente più vicino? Andy Warhol?
Vittorio Sgarbi mi ha accostato ad Andy Warhol e Buckley. Ma io sono riconosciuto al mondo con la combustione della plastica che in fondo è più duro del fuoco.
L’utilizzo del fuoco inevitabilmente mi ha accostato ad Alberto Burri e Yves Klein. Si legge inoltre in me la pop art di Andy Warhol seppur le sue erano opere litografie e serigrafie mentre la mia è pittura a mano con dei materiali sovrapposti.

Come tanti artisti, è molto riconoscente verso i Grandi Maestri; alle nostre spalle abbiamo un tributo a Van Gogh e poi a Banksy. Con questa opera tridimensionale, sembra aver dato vita a Van Gogh.
Decisamente, ho voluto ridar vita a Van Gogh. Sono molto importanti i dettagli come ad esempio la giacca, e dietro con l’albero della notte stellata ho fatto con la conduzione a filo. E l’ho impreziosita con una cornice importantissima.

Se guarda bene quest’opera lui è stato bagnato: mentre io stavo lavorando a quest’opera, mi sono tagliato un dito e io ho pitturato col sangue della mia mano, sgocciolando il sangue; e rivedo in me un po’ la follia e creatività di Van Gogh.

Aspettiamo la sua prossima mostra; quando sarà?
Ho già fatto una mostra al Vittoriano con grande successo, adesso farò una personale. A inizio anno 2023 al Palazzo delle Esposizioni, insieme ad Achille Bonito Oliva, sono stato scelto con un’opera particolare, con del fuoco e con dei disegni sopra con opere di Jean-Michel Basquiat e Salvador Dalì, due grandi al mondo. Devo dire che è un percorso in dodici anni di arte che equivale a 30/40 anni di successi, di traguardi.

Ha aperto da poco una galleria a Milano e lavora molto anche una galleria a Dubai, giusto?
Esatto, qualche settimana fa ho aperto a Milano una galleria temporanea, in corso Garibaldi, visitabile sino al 31 Dicembre. Per quanto concerne invece la mia presenza a Dubai, espongo all’interno della Sconci Gallery: le mie opere sono insieme a Mr. Brainwash e altri artisti importanti internazionali.

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