La grave crisi del lavoro che si è abbattuta su Torino e la provincia ha indotto l’arcivescovo Cesare Nosiglia a scendere in campo in prima persona.
Come? La diocesi di Torino è pronta a mettere allo stesso tavolo imprenditori, sindacati e istituzioni per studiare le possibili soluzioni, perché “non ci si può limitare a una vicinanza a parole ai tanti che hanno perso il lavoro o temono di perderlo”.
Ed eccola la proposta, lanciata al direttore della Pastorale per il lavoro, Alessandro Svaluto Ferro, a nome del pastore della Diocesi. “Vogliamo fare la nostra parte come diocesi e non restare ai margini”. Per questo motivo ai primi di gennaio sarà avviata una riunione operative “per mettere tutti insieme e cercare delle soluzioni alla crisi che colpisce sempre più lavoratori”.
Una cosa va detto subito, a scanso di equivoci. E bene ha fatto monsignor Nosiglia a sottolinearla durante l’omelia della Messa di Natale celebrata alla vigilia davanti ai cancelli dell’ex Embraco di Riva di Chieri: sono le istituzioni a dover garantire il diritto al lavoro. Ma la Chiesa intende fare la sua parte, offrendo “un luogo terzo perché tutti si incontri e provino a cercarle, partendo da tre parole: lavoro, sviluppo e persone”.
Grazie all’iniziativa del presule si fa strada l’idea di avviare una stagione di concertazione, sotto l’egida della Chiesa. E questo spiega anche la calda accoglienza che è stata riservata all’arcivescovo al termine della funzione. Tutti lavoratori, sindacalisti e dai sindaci (presenti in massa con la fascia tricolore) hanno dimostrato di comprendere e condividere le ragioni che hanno spinto il Pastore ad intervenire.
Del resto la stessa decisione di celebrare la Messa davanti ai cancelli della ex Embraco (adesso Ventures) è stata adottata proprio per attestare l’interesse della Chiesa torinese a continuare il percorso di vicinanza, solidarietà e presenza nel mondo del lavoro.
La stessa diocesi ha esteso l’invito, oltre che ai lavoratori, alle lavoratrici e alle famiglie della Ventures, a tutte le altre aziende in crisi, in particolar modo a quelle incontrate dall’arcivescovo nell’ultimo biennio: Comital-Lamalù, Mahle e Olisistem. E, ovviamente, sono state coinvolte anche tutte le amministrazioni pubbliche e istituzioni del territorio metropolitano, le organizzazioni sindacali in particolare quelle coinvolte direttamente dalle vicende e la comunità cristiana diocesana.