Le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo sull’organizzazione del nuovo mercato della CO2, l’Emissions Trading System (Ets), il sistema che dal 2005 garantisce la tutela dell’ambiente stabilendo un prezzo alle emissioni di CO2 di chi inquina. Il nuovo Ets, che nasce per essere il principale strumento dell’azione climatica Ue dei decenni a venire, sarà più grande e non interesserà più solo industria ed energia.
Grazie all’intesa, infatti, per la prima volta nella storia dell’umanità un mercato della CO2 interesserà i trasporti via mare, quelli via terra, il riscaldamento e in futuro, gli inceneritori. Seconda novità senza precedenti è la creazione di un Fondo sociale per il clima con oltre 86 miliardi di euro, di cui la Ue e gli Stati disporranno per tutelare i cittadini dagli aumenti del costo dell’energia. Risorse fresche per interventi strutturali, ma una parte potrà essere usata per erogare veri e propri aiuti diretti alle famiglie.
Il terzo inedito è la ‘carbon tax’ alle frontiere, che applicherà il prezzo della CO2 della Ue ai prodotti importati di alcuni settori, per consentire alle imprese europee di competere il più possibile ad armi pari con quelle di Paesi dove le politiche del clima sono meno stringenti, evitando delocalizzazione e perdita di posti di lavoro. L’accordo sul meccanismo che porta l’Ets fino agli uffici dogana dell’Unione era in parte già fatto. Ma solo la scorsa notte i negoziatori di Commissione europea, Consiglio Ue ed Europarlamento hanno raggiunto l’accordo su dettagli fondamentali per formare un quadro coerente.
Uno di questi era la velocità con cui la carbon tax sarebbe entrata a regime, portando alla corrispondente eliminazione dell’attuale sistema anti-delocalizzazione, quello dei permessi di emissione gratuita. Il passaggio tra un sistema e l’altro sarà molto graduale, dal 2026 al 2034. Entro il 2030, la grande industria e il settore energetico dovranno diminuire le proprie emissioni del 62% rispetto a quando il sistema ha iniziato a funzionare, dal 2005. Da quell’anno a oggi il taglio è stato di quasi il 43%, ma la velocità della riduzione dovrà aumentare.